Indice
La distrazione del rumore
L'ascolto
La salute
Come puoi creare silenzio
Una routine di silenzio
La pratica
I risultati della pratica
Quando mi trovo in alta montagna, una delle prime cose che mi colpisce è il potere del silenzio.
Immagina di trovarti inaspettatamente proiettato tra la neve e il cielo, nessuno intorno a te, nessuna distrazione, silenzio.
Potresti forse udire il rumore del vento o lo scricchiolio della neve sotto i tuoi passi, ma se ti fermi un attimo non c’è neppure quello.
Sei tu e basta! Tu, sospeso nel tempo e nello spazio, a stretto contatto con il mondo reale, quello a cui apparteniamo veramente, fatto di elementi primordiali, e cioè la natura; il cielo, la terra, l’acqua, la neve, la pioggia, il fuoco…
Niente traffico, nessun rombo improvviso di motori, nessuna voce, se non quella silenziosa della natura che ti circonda.
Non c’è internet, non suona il telefono, nessuno richiama la tua attenzione, nulla distrae i tuoi pensieri e le tue sensazioni.
Sei semplicemente lì, osservi il riflesso dei raggi del sole che danzano sulla superficie innevata, le nuvole che scorrono nel cielo, ascolti il rumore del silenzio, perché, anche se non sempre ne siamo consapevoli, anche il silenzio ha un suono e quel suono dice sempre qualcosa.
Sono quei momenti in cui ti senti davvero in contatto con te stesso. Istanti speciali in cui potrebbe capitarti di vivere una sorta di “risveglio spirituale” e di sentirti improvvisamente e finalmente connesso agli altri, e parte integrante di questo meraviglioso pianeta, che stiamo trattando così male.
La distrazione del rumore
Viviamo in un mondo rumoroso e il rumore non è fatto solo di suoni, ma di tutto ciò che costituisce interferenza e distrazione.
Pensaci, cosa fai quando ti prendi una pausa dal tuo lavoro quotidiano?
Probabilmente apri Instagram o Facebook o LinkedIn o magari controlli le mail o forse giochi con i giochi dell’iPhone.
Se sei come la maggior parte delle persone, difficilmente ti prendi un momento per metterti in ascolto delle tue sensazioni fisiche, del tuo stato interno, delle tue emozioni, o anche semplicemente del mondo intorno a te.
Oppure, magari stai lavorando a un progetto, hai disattivato il volume del pc, ma ti compare comunque un messaggio, che ridirige la tua attenzione e ti porta via da quanto stai facendo.
Inoltre, molto del rumore che ci invade e ci disturba, lo produciamo noi stessi, “pensando” in modo non particolarmente utile, facendoci un sacco di, perdona il termine, “seghe mentali”.
A questo proposito, se non l’avessi ancora fatto, ti suggerisco di leggere l’articolo intitolato, appunto, “Seghe mentali”.
L’ascolto
Ecco, il silenzio ti tiene lì, dove sei. Ti permette di essere focalizzato, di ascoltare i tuoi pensieri, le tue sensazioni, il semplice fatto di respirare e di “essere” vivo. Il silenzio ti permette di dirigere consapevolmente la tua attenzione su qualsiasi cosa tu voglia e mantenerla.
Quando c’è silenzio e fai il vuoto intorno a te, ecco che allora la tua mente diviene limpida e trasparente, come l’acqua fresca e pulita di un ruscello di montagna. Libera, in ascolto, i sensi accesi, pronti a rispondere e ad adattarsi a ciò che è, e a ciò che avviene.
Ti riporto una citazione di Walter Evans-Wentz, antropologo e scrittore, pioniere dello studio del buddismo tibetano:
Nella frazione di secondo in cui i contenuti abituali della coscienza vengono spazzati via, vi è una possibilità per la coscienza pura, la “pura luce del vuoto”, di risplendere.
La condizione per poter “spazzare via” i contenuti abituali della coscienza, è proprio il silenzio, perché il rumore di tutti i giorni, il rumore di fondo che ci sollecita costantemente, attiva e riattiva i nostri abituali schemi di pensiero.
Un esempio; arrivi in ufficio e incontri quel collega che è stato così poco cortese. Non appena ti si avvicina, ricordi le parole che ti hanno fatto arrabbiare e ti arrabbi di nuovo.
Inconsapevolmente usiamo l’ambiente e le persone intorno a noi per riaccedere a pensieri e stati emotivi abituali e automatici.
Ma nel silenzio, non sollecitati da stimoli esterni, abbiamo l’opportunità di ascoltarci veramente e di creare qualcosa di nuovo.
La salute
Il potere del silenzio produce numerosi benefici: non solo sollecita l’ascolto e la creatività, ma genera anche salute e benessere.
Nel silenzio, quando siamo meno sollecitati dall’ambiente esterno, le frequenze elettriche del nostro cervello si abbassano e cominciano a lavorare in modo coerente, tutte le diversi parti del cervello “entrano in sintonia” e iniziano a comunicare tra di loro. È un po’ come se tu accendessi la luce.
Inoltre, la coerenza delle frequenze elettriche del cervello genera coerenza cardiaca, e quello che succede è che tutti i diversi sistemi del corpo entrano in uno stato di omeostasi: non solo l’apparato cardiovascolare, ma anche quello digestivo, quello immunitario e tutti gli altri.
Si disattiva il sistema nervoso simpatico, quello che prepara il corpo per le emergenze, responsabile della risposta da stress, e si attiva il sistema nervoso parasimpatico, quella parte del sistema nervoso che conserva e rinnova le energie e le risorse del corpo per la riparazione e per la crescita.
A qusto proposito, ti suggerisco di leggere alcuni libri del Dr. Joe Dispenza:
Per informazioni più dettagliate su questi libri, puoi andare sul Portale di Accademia Italiana di PNL e iscriverti, così da poter accedere alle risorse gratuite.
Vai poi alla sezione “Suggerimenti di lettura” e da lì vai alla sezione “Scienze e Neuroscienze”.
Come puoi creare silenzio
Ci sono molti modi per creare silenzio dentro e intorno a te; dal più semplice, come una passeggiata in mezzo alla natura, o il sederti in un luogo tranquillo e semplicemente osservare le tue sensazioni fisiche e lo scorrere dei tuoi pensieri, a cose come:
- la meditazione
- la mindfulness
- l’autoipnosi (ipnosi)
- lo yoga
Immagina il silenzio come un viaggio che ti conduce in luoghi diversi, in funzione di come lo pratichi e dell’obiettivo con cui lo pratichi.
Potresti voler semplicemente creare il vuoto, entrare in contatto con te stesso, comprendere il tuo reale stato interno, osservare e disattivare i tuoi abituali schemi di pensiero, attingere alle tue risorse per creare nuovi schemi di pensiero e nuove modalità dell’essere, creare coerenza e benessere, accedere a emozioni elevate, e molto altro ancora.
Ma di tutto questo parleremo nei prossimi articoli, perché c’è veramente tanto da dire.
Una routine di silenzio
Recentemente ho letto un articolo pubblicato su Harvard Business Review, scritto da Vijay Eswaran, imprenditore, speaker motivazionale, filantropo e autore del libro “Nella sfera del silenzio”.
Come puoi ben immaginare, l’autore parla dell’importanza del silenzio, cosa che racconta di aver imparato da suo nonno, il quale, tutte le mattine, osservava rigorosamente 60 minuti di silenzio, pratica che lui stesso ha adottato da 30 anni.
A tal proposito scrive:
«Il silenzio ci permette di incanalare le nostre energie.
Ci dà la chiarezza di cui abbiamo bisogno per affrontare con calma le sfide e l’incertezza.
L’ora del silenzio che pratico ogni mattina, e incoraggio anche te a praticare, può essere un momento per raccogliere i nostri pensieri, allenare la nostra mente e decidere come vogliamo entrare nella giornata»
Descrive quindi la sua personale pratica del silenzio, che lui chiama appunto “la Sfera del Silenzio” e che ti riassumo brevemente qui di seguito. Ti invito comunque a leggere l’articolo che ti da anche specifiche indicazioni su come avvicinarti in modo graduale a questa pratica.
La pratica
Regole di base
- Mantieni il silenzio assoluto. L’intera pratica di 60 minuti deve essere eseguita senza distrazioni dal mondo esterno, quindi spegni tutti i tuoi dispositivi e trova un posto tranquillo lontano dagli altri.
- Tieni a portata di mano un diario e una penna.
- Prendi un libro che vuoi leggere da un po’, che ti insegni cose nuove e arricchisca la tua mente, e mettilo vicino a te.
La Sfera del Silenzio è suddivisa in tre segmenti di:
- 30 minuti
- 20 minuti
- 10 minuti
I primi 30 minuti: definisci gli obiettivi.
Eswaran divide i primi 30 minuti di pratica in tre segmenti di dieci minuti l’uno:
- I primi 10 minuti: prendi il tuo diario e scrivi i tuoi obiettivi a breve, medio e lungo termine.
- I secondi 10 minuti: valuta i tuoi progressi rispetto agli obiettivi che hai impostato il giorno precedente.
- Gli ultimi 10 minuti: prendi nota di eventuali obiettivi non raggiunti (soprattutto obiettivi a breve termine o giornalieri) e valuta i motivi per cui non li hai raggiunti.
I successivi 20 minuti: apprendimento e crescita
Prendi il libro e leggi. Ma anche questa fase è divisa in due parti di dieci minuti ciascuna:
- I primi 10 minuti: leggi un capitolo del libro.
- I secondi 10 minuti: scrivi a mano un riassunto di ciò che hai appena letto.
L’autore sottolinea che al mattino la mente è riposata, fresca e pronta ad assorbire nuove idee.
A proposito del riassumere quanto imparato dice:
«Ho scoperto che, scrivendo le mie conoscenze e le mie intuizioni, sono stato in grado di trovare punti d’azione da implementare nella mia vita sulla base delle idee nel libro»
Gli ultimi 10 minuti: Mindfulness
Potremmo descrivere la Mindfulness come una forma di meditazione, che consiste nel coltivare una piena presenza al qui ed ora, al momento presente.
Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questo approccio, descrive la Mindfulness nel modo seguente:
«Mindfulness significa prestare attenzione al momento presente, in un modo particolare: con intenzione e in modo non giudicante».
Nel sul libro “Mindfulness per principianti”, Jon Dabat-Zinn scrive:
«Il momento in cui si decide di interrompere di proposito tutte le attività rivolte all’esterno e, anche solo come esperimento, ci si siede o ci si sdraia per aprirsi all’interiorità, senza nessun altro impegno che non sia l’essere presenti al dispiegarsi degli attimi, è davvero un momento speciale.
E potrebbe anche essere la tua prima volta dal quando sei adulto»
L’importanza della fase finale
A proposito dell’importanza di quest’ultima fase, riporto, di nuove, le parole dell’autore.
«Questo segmento finale è un importante processo di messa a terra, come un defaticamento dopo un buon allenamento.
Usa questi ultimi 10 minuti per l’autoriflessione e, se credi in un potere superiore, per comunicare con Dio, l’Universo, la tua spiritualità o qualunque cosa tu preferisca.
Mio nonno ha ispirato questo processo finale.
Per lui quell’ora di silenzio ogni mattina aveva una dimensione spirituale che portava alle sue preghiere mattutine quotidiane.
L’approccio dipende interamente da te, ma l’obiettivo di questo segmento è essere presente e prestare attenzione ai tuoi sentimenti.
Il vantaggio aggiuntivo del silenzio è che agisce come un filtro naturale per i tuoi pensieri.
Ti da il tempo di pensare a cosa stai provando e cosa significano per te quei sentimenti.
Mi sono reso conto che questa parte della pratica è anche un modo potente per affrontare la rabbia.
Ti permette di sfruttare la tua calma durante le situazioni stressanti e scegliere consapevolmente di stare fuori dalla negatività».
I risultati della pratica
Anche in questo caso voglio riportare le precise parole dell’autore e con queste parole, per ora, ti lascio.
«Quando pratichi la Sfera del Silenzio senza interruzioni per 21 giorni, probabilmente noterai cambiamenti immediati nel modo in cui percepisci il mondo intorno a te, inizierai ad acquisire un’intensa visione di tutto ciò che fai e troverai un maggiore senso di equilibrio.
Molti di noi hanno dimenticato (o addirittura temono) la quiete.
Viviamo in un mondo pieno di rumore e chiacchiere. Un mondo in cui le nostre routine quotidiane sono inondate di distrazioni e responsabilità.
Questa pratica è un investimento in te stesso. È un modo per prendere il controllo delle restanti 23 ore della tua giornata.
Proiettare la giornata nella tua mente prima che inizi, prendere decisioni e guardarle manifestarsi: tutte queste cose hanno uno scopo più profondo del semplice prendere il controllo.
Quando vedi la tua visione prendere vita, questo alla fine ti da fiducia e una comprensione più profonda di chi sei.
Impari a fidarti di te stesso, sei in grado di contare sulle tue decisioni e ti senti più sicuro in mezzo al rumore e alle incertezze che ti circondano.»