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Indice

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Pensiamo sempre gli stessi pensieri
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Il passato
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Il futuro
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Il momento presente
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Il punto nave, la meta, la rotta

Hai mai notato quanto spesso le persone s’incasinano e si complicano la vita da sole, entrando nella propria testa a fare operazioni inutili e spesso dannose, che “tecnicamente” si chiamano, perdona il linguaggio, “seghe mentali”?

Quello che facciamo nella nostra testa produce degli effetti reali nella nostra vita:

  • ci sono pensieri utili e altri inutili (seghe mentali)
  • ci sono pensieri che ci danno potere e ci spingono a cogliere opportunità, e ci sono pensieri che invece ci conducono a vedere dei limiti che non esistono neppure (seghe mentali).

Una volta, su di una T-shirt, ho letto la scritta:

“Non credere a tutti i tuoi pensieri, non sono necessariamente veri”

Ho sempre creduto che fosse una buona idea!

Pensiamo sempre gli stessi pensieri

Quando viaggi leggero puoi volare. Libera il tuo corpo dal peso superfluo

Ti sei reso conto che tutti i giorni, giorno dopo giorno, tendiamo a pensare gli stessi pensieri?

Quello che voglio dire è che, per esempio, chi è abituato a “sentirsi una vittima”, coglie ogni occasione per “sentirsi una vittima”, così come chi è abituato a sentirsi “in colpa” per qualsiasi cosa, coglie ogni buona occasione per “sentirsi in colpa” per qualsiasi cosa.

Ognuno di noi ha degli “schemi di pensiero”, delle “abitudini di pensiero” che, attraverso la ripetizione divengono inconsci e automatici e vengono attivati da qualsiasi cosa avvenga nell’ambiente.

L’abitudine ci “costringe” nostro malgrado a percorrere sempre la stessa strada, ad attraversare sempre gli stessi ponti, ad attivare sempre le stesse connessini.

Il potere della consapevolezza

Una buona abitudine è quella di osservare questi pensieri inconsci, così da farli diventare consci, notarli e poterli gestire.

Tempo fa ho lavorato con una donna di successo: ha un ottimo lavoro, che ama fare e paga bene, una bella relazione con figli e marito, ottimi contatti sociali, buoni amici e una presenza fisica gradevole.

Guardando la situazione dall’esterno, si potrebbe dire che non le manchi nulla, che abbia tutto ciò che le serve per essere felice.

Peccato che avesse acquisito l’abitudine di sentirsi una vittima. A ogni buona occasione si raccontava la storia della vittima e osservava qualsiasi cosa accadesse sempre dalla stessa prospettiva.

Il potere delle domande

Nel momento in cui ha iniziato a osservare i propri pensieri, che si attivavano e operavano appena al di sotto della sua consapevolezza conscia, si è posta le seguenti domande:

  • «Ma che storia mi sto raccontando?»
  • «La storia che mi racconto è congruente con i fatti?
  • «Le cose stanno proprio così oppure no?».

In quel preciso momento, per la prima volta, è stata in grado di darsi la risposta corretta.

Quello che voglio dire è che, nel momento in cui era immersa nel suo pensiero di vittimismo, “era” letteralmente quel pensiero, “era” una vittima, ma nel momento in cui l’ha osservato dall’esterno, “non era” più quel pensiero, se ne è dissociata ed è stata in grado di disattivarlo.

Le domande sono estremamente potenti, perché:

“Chi fa domande, non può evitare le risposte”

Proverbio del Camerun

La ricetta è molto semplice

Osserva i tuoi stessi pensieri e chiediti:

  • «Ma che storia mi sto raccontando?»
  • «Le cose stanno proprio così oppure no?»
  • «La storia che mi racconto è congruente con i fatti? »

Il passato

Quando viaggi leggero puoi volare. Libera il tuo corpo dal peso superfluo

Un altro aspetto interessante è la dimensione temporale nella quale le persone scelgono di vivere, e sulla quale scelgono di focalizzare la propria attenzione.

Molte persone dedicano decisamente troppo tempo a rimpiangere scelte passate.

Cose come:

  • «Ah, quanto mai ho deciso di lasciare quel lavoro»
  • «Avrei dovuto comprare quella casa, dieci anni fa. Oggi avrei già finito di pagare il mutuo»
  • «Quanto mai mi sono lasciata convincere a trasferirmi fuori città»
  • «Non avrei mai dovuto lasciare Marco. Come ho fatto a non rendermi conto di quanto fosse importante?»
  • «Perché mai sono stata così stupida da non cogliere quell’opportunità?»
  • «Non m’innamorerò mai più così come ero innamorato di Giovanna»
  • «Non vivrò mai più momenti così felici»
  • «Quando eravamo giovani e ci divertivamo così tanto con così poco…»

E la lista potrebbe andare avanti all’infinito!

Pensieri del tutto inutili, perché tanto il passato è passato e non lo possiamo cambiare.

Nonostante ciò, pensieri di questo tipo sono piuttosto comuni e di solito le persone, non contente di farsi inutilmente del male da sole, rincarano la dose criticandosi.

Una strategia perdente

Quindi, la “strategia “dannosa” è la seguente:

  • dedichi molto tempo a rimpiangere scelte, situazioni o persone verso le quali non puoi più cambiare lo stato delle cose;
  • ti critichi aspramente per le scelte fatte, le decisioni prese, le cose dette, etc.;
  • e poi, consapevole dell’importanza del “pensare positivo”, ti critichi per esserti criticato.

Non è certo una strategia vincente!

Quando le persone dedicano gran parte del proprio tempo a rimpiangere la dimensione del tempo passato della propria vita, spesso entrano in uno stato interno che ha un nome e un cognome e si chiama “depressione”.

Se continui a leccare le tue ferite non guariranno mai

Anonimo

Il futuro

Seghe mentali

Così come molti dedicano troppa attenzione al passato, altri invece dedicano troppa attenzione al futuro.

Alcuni sono così concentrati sul futuro da non riuscire a pianificarlo nel momento presente 🙂

Altri dedicano molto tempo a selezionare con cura e a prevedere i peggiori scenari futuri possibili.

In questo caso NON sto parlando di chi, in una situazione critica, prende in considerazione e valuta con attenzione, in base a dati oggettivi, tutti i possibili sviluppi della situazione stessa e le relative possibili scelte da fare, così da essere preparato ad affrontarla.

La fonte dell’ansia

Sto parlando di chi, solo sulla base delle proprie personali insicurezze e paure, non fondate su dati oggettivi, dedica il tempo a immaginare situazioni future disastrose o dolorose, che non hanno motivo di prevedere.

Per esempio, come coach mi capita spesso di parlare con donne che rimangono aggrappate a relazioni distruttive, per la paura di rimanere sole.

Quello che tipicamente mi dicono è «E se poi non trovassi nessuno? E se poi rimanessi da sola?».

E io so che in quel momento, all’interno della propria mente, stanno immaginando un futuro triste e solitario, stanno visualizzando sé stesse in una sorta di landa desolata, dove si vedono sole e abbandonate.

Una volta mi è capitato di parlare con una giovane donna, proprietaria di un’azienda di servizi che stava andando molto bene, in un mercato florido e con ottime prospettive per il futuro.

Nonostante ciò, questa ragazza viveva con il costante terrore del fallimento futuro. Questo spettro l’accompagnava nella vita e nelle scelte di tutti i giorni, condizionando in modo negativo le decisioni professionali che era chiamata a prendere.

Se fosse andata avanti così avrebbe finito per realizzare certamente la profezia del disastro.

Così facendo rischiamo solo di creare inutilmente energia negativa in noi e intorno a noi e di finire per avvicinarci proprio a ciò che più temiamo, di “richiamarlo” in qualche modo nella nostra vita.

Quando le persone dedicano gran parte del proprio tempo a temere la dimensione del tempo futuro della propria vita, spesso entrano in uno stato interno che si chiama “ansia” o peggio ancora “stress cronico”.

First aid

Comincia a prestare attenzione a quale dimensione temporale normalmente presti attenzione.

Chiediti poi se gli scenari disastrosi che eventualmente immagini sono fondati su dati oggettivi.

Se così fosse, concentrati su ciò che puoi fare, qui ed ora, per prevenirli.

Agisci, perché:

  • è l’unica cosa utile da fare, l’unica cosa che può produrre risultati;
  • l’azione ti da un senso di controllo e tende a placare l’ansia.

Il momento presente

Seghe Mentali

Detto tutto ciò, è sicuramente vero che a tutti noi capita di fare scelte sbagliate, di dire cose sbagliate, di perdere opportunità, di “mettere il sedere in mezzo ai calci” o di temere per il futuro nostro o quello dei nostri cari.

È anche vero che non sempre la nostra situazione attuale è ideale o esattamente come la vorremmo.

Ciò che accade, accade!

Il fatto è che le cose comunque accadono e spesso accadono indipendentemente dalla nostra volontà. Per esempio, se c’è il Covid19, o se c’è la guerra, per quanto possa non piacerci, c’è, e non possiamo certo cambiare la stato delle cose. Possiamo solo gestirle.

Quello che voglio dire è che, nella vita di tutti e ognuno di noi, esistono momenti di “picco” e momenti di “valle”, con i quali dobbiamo comunque fare i conti, e per farli efficacemente possiamo solo sviluppare consapevolezza e senso di responsabilità.

Il dono della consapevolezza e della responsabilità

E cioè, tutto quello che possiamo fare è:

  • sviluppare consapevolezza: comprendere bene la nostra situazione attuale, identificare e osservare con attenzione i segnali di opportunità e di minaccia.
  • sviluppare senso di responsabilità: farci la seguente domanda:

«Data la situazione attuale, cosa posso fare io per ottenere ciò che desidero?».

Invece, troppo spesso, quello che succede è che le persone “danno la colpa fuori”.

Danno la colpa alla crisi, all’azienda, ai figli, alla moglie, al marito, a…

Non sto dicendo che non sia possibile che circostanze esterne o altre persone abbiano un’influenza sulla nostra situazione o sui nostri risultati.

Sto solo dicendo che, nel momento in cui dai la colpa a qualcun altro o a qualche altra situazione, non ti poni la magica domanda «Data la situazione attuale, cosa posso fare io…».

E nel momento in cui non ti poni la suddetta domanda, derubi te stesso della possibilità di scegliere e cambiare lo stato delle cose.

Il punto nave, la meta, la rotta

Quando viaggi leggero puoi volare. Libera il tuo corpo dal peso superfluo

Tutto sarebbe molto più semplice se ci limitassimo a focalizzare la nostra attenzione:

  • sulla situazione desiderata, ciò che vogliamo davvero;
  • su dove siamo, la situazione attuale;
  • sulle cose da fare per andare da dove siamo a dove vogliamo andare.

È un po’ come si fa in barca: definisci la meta, fai il punto nave e infine tracci la rotta, così da dirigere il viaggio della vita.

Per approfondire questo aspetto, vai all’articolo “Limportanza della direzione”

Last but not least

Un altro aspetto importante da tenere in considerazione a proposito del nostro processo di pensiero e delle nostre “seghe mentali”, è dove dirigiamo la nostra attenzione, nel senso che possiamo focalizzarci:

  • su ciò che accade nel mondo esterno
  • su ciò che accade nel nostro mondo interno

Anche questo è un aspetto della nostra esperienza mentale che produce conseguenze nel mondo reale, ed è un qualcosa che approfondiremo sicuramente in articoli successivi.

Per il momento ti suggerisco di leggere, al proposito, un articolo pubblicato sul Blog di Accademia Italiana di PNL e che si chiama: La Mindfulness e la mente che vaga.

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