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Indice

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Il vecchio paradigma della realtà
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Le implicazioni del vecchio paradigma della realtà
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Verso un nuovo paradigma della realtà
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Siamo sull'orlo di una rivoluzione
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Come faccio a sapere se tutto questo è vero?
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Nuove opportunità per tutti noi

La scienza offre oggi  “un nuovo paradigma della realtà” che comporta una visione completamente diversa del mondo e degli stessi esseri umani.

Questo nuovo paradigma ha delle implicazioni sorprendenti e dispiega di fronte ai nostri occhi nuovi scenari che hanno a che fare con qualcosa di fondamentale: il nostro “posto” o il nostro ruolo nel mondo.

Abbiamo sempre creduto di vivere in un mondo che esiste nostro malgrado.

Ma, stando alle più recenti scoperte della scienza, e in modo più particolare, alle più recenti evoluzioni della fisica quantistica, tutti noi e ognuno di noi è molto di più di un semplice spettatore passivo che cammina in un mondo ostile nel quale deve sopravvivere.

Le scoperte della fisica quantistica sembrano cambiare, o meglio ancora, stravolgere, le regole del gioco; ci pongono infatti, rispetto al passato, in una posizione diversa nei confronti di noi stessi, del mondo che abitiamo e della vita che viviamo.

Come nelle fiabe di quando eravamo bambini… il brutto anatroccolo, a un certo punto della sua vita, “apre gli occhi” e si rende finalmente conto di essere un maestoso e bellissimo cigno.

Allo stesso modo, le neppur così nuove scoperte della fisica e le loro implicazioni e conseguenze, potrebbero offrire nuove e inaspettate possibilità, cambiando per sempre la visione che abbiamo di noi stessi e dell’intero creato.

Di questo nuovo paradigma della realtà ci parla Lynne McTaggart, giornalista scientifica di fama internazionale, nel suo bellissimo libro “Il Campo del Punto Zero – Alla scoperta della  forza segreta dell’universo”.

Ti parlerò di questa nuova visione della realtà anche e soprattutto attraverso le parole che la McTaggart scrive nel prologo del suddetto libro, perché sono certa che non potrei trovarne di migliori.

Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio della storia.

Il vecchio paradigma della realtà

Il vecchio paradigma della realtà

Un visione
“meccanicistica”
del mondo

La fisica classica e, conseguentemente, la nostra visione del mondo e di come funziona, è fondata sui principi formulati da Isaac Newton, vissuto tra il 1642 e il 1726.

Principi che, intendiamoci, funzionano perfettamente. Almeno per quanto riguarda la meccanica dei “corpi grandi” e di quanto possiamo osservare nella vita di tutti i giorni.

Ma nel frattempo la scienza è andata avanti e i fisici si sono resi conto che esistono dei fenomeni che non possono essere spiegati dalla fisica Newtoniana.

E allora si sono applicati nel cercare di capire come mai.

A tal proposito Lynne McTaggart, scrive:

Newton

Fino a oggi la biologia e la fisica sono state ancelle di prospettive adottate da Isaac Newton, il padre della fisica moderna. Tutto ciò in cui crediamo riguardo al nostro mondo e al nostro ruolo in esso, ha origine da idee che vennero sì formulate nel diciassettesimo secolo, ma che ancora costituiscono la spina dorsale della scienza moderna.

Queste sono teorie che rappresentano tutti gli elementi dell’universo come isolati l’uno dall’altro, divisibili e completamente autonomi. Queste teorie, allo loro essenza, hanno creato una visione mondiale di separazione.

Newton rappresentò un universo materiale  nel quale singole particelle di materia obbediscono a determinate leggi che descrivono il moto attraverso lo spazio e il tempo; l’universo come una macchina.

Cartesio

Prima che Newton formulasse le sue leggi del moto, il filosofo francese René Descartes ideò un concetto, alla sua epoca rivoluzionario, per il quale noi, rappresentati dalle nostre menti, siamo separati dai nostri corpi di materia inerte e senza vita, i quali sono soltanto un altro particolare tipo di veicolo ben rodato.

Secondo questa visione il mondo è composto da un mucchio di piccoli oggetti discreti che si comportano in maniera prevedibile.

Il più separato tra tutti questi oggetti è l’essere umano. Noi sediamo al di fuori di questo universo e guardiamo al suo interno.

Anche i nostri corpi in qualche modo sono separati e sono qualcosa di diverso dalla nostra vera essenza: le menti consapevoli che osservano.

 Darwin

La nostra immagine di noi stessi è diventata ancora più tetra con il lavoro di Charles Darwin.

La sua teoria dell’evoluzione, che ora è stata leggermente ritoccata dai neo-darwinisti, considera la vita come casuale, predatrice, senza scopo e solitaria: se non sei il migliore non sopravvivi. Non sei niente di più di un caso prodotto dall’evoluzione.

La vasta scacchiera dell’eredità biologica dei tuoi antenati si semplifica a un unico aspetto centrale: la sopravvivenza. Mangia o vieni mangiato. L’essenza della tua umanità è un terrorismo genetico, che si sbarazza in maniera efficiente di qualsiasi anello più debole.

La vita non riguarda la connessione e l’interdipendenza. La vita concerne il vincere, l’arrivare prima. E se ce la fai veramente a sopravvivere, allora sei da solo all’apice dell’albero evolutivo.

Le implicazioni del vecchio paradigma della realtà

Le implicazioni del vecchio paradigma

Impotenti e soli

in un mondo meccanico

Ma che cosa comporta questa visione “meccanica” o “meccanicistica” delle cose?

Le conseguenze, anche dal punto di vista psicologico, potrebbero essere più importanti di quanto non verrebbe da pensare.

Lynne McTaggart ce ne parla con le seguenti parole:

L’universo Newtoniano

L’universo Newtoniano può si rispettare delle leggi stabilite, ma è fondamentalmente un luogo solitario e desolato. L’universo continua, come un vasto meccanismo, a prescindere dalla nostra presenza.

Con poche e abili mosse Newton e Descartes hanno strappato Dio e la vita dal mondo della materia, e noi e la nostra consapevolezza dal centro del nostro mondo. Hanno tirato via il cuore e l’anima dall’universo, lasciando sulla sua scia solo una collezione di parti interagenti senza vita.

E la cosa più rilevante di tutte, come osserva Danah Zohar in “The quantum self” (Il sé quantistico), è che “la visione di Newton ci separa completamente dalla struttura dell’universo.

L’universo come una macchina

Questi paradigmi, l’universo come una macchina e l’uomo come una macchina da sopravvivenza, hanno portato a una padronanza tecnologica dell’universo, ma a poca reale conoscenza che abbia una qualsiasi importanza centrale per noi.

A livello spirituale e metafisico hanno portato al più brutale e disperato senso di isolamento.

Inoltre non ci hanno avvicinato per niente alla comprensione dei misteri più fondamentali della nostra stessa esistenza: come pensiamo, come inizia la vita, perché ci ammaliamo, come una singola cellula diventa una persona completamente formata, e anche cosa accade alla consapevolezza quando moriamo.

Verso un nuovo paradigma della realtà

Verso un nuovo paradigma della realtà

Una sfida alle leggi
basilari della biologia 
e della fisica

Tutto iniziò quando i fisici si resero conto che esistevano dei fenomeni che non era possibile spiegare attraverso le leggi conosciute della fisica:

  • la materia non è fatta precisamente di materia così come la conosciamo. Lynne McTaggart, nel suo libro “il legame quantico”, scrive: “Quando i fisici delle particelle arrivano allo strato di base della materia, in realtà non trovano niente. Le particelle subatomiche, che costituiscono tutta la materia, come gli elettroni, di per sé non sono una vera e propria “cosa”; esistono sia come particella (materia) che come energia, o meglio, funzione d’onda”;
  • queste particelle, inoltre, si comportano in modo strano; un elettrone si comporta come onda fintanto che non viene misurato, ma nel momento in cui viene osservato, si trasforma in particella. Questo significa che la consapevolezza dell’osservatore, la consapevolezza umana, interagisce con la struttura più profonda della materia e della “realtà”; 
  • i fisici sono da sempre a caccia della “cosa”; la particella più piccola che crea tutte le altre cose. Non riescono a trovarla! Ogni tanto pensano di averla trovata, per poi trovarne altre ancora più piccole. Nel 1969 scoprirono il quark, ma nei decenni successivi ne scoprirono altre ancora più piccole: muoni, tauoni, positroni, gravitoni…
  • perciò, sembra che nulla esista “indipendentemente”. È controintuitivo, ma sembra che, per quanto riguarda ogni cosa più piccola di un atomo, non si riesca a capire se esista di per sé o come un composto di elementi.

La naturale conseguenza di quest’ultima idea

L’idea che nulla esiste indipendentemente, è uno dei concetti fondamentali che ha portato molti scienziati alla conclusione che tutti noi siamo profondamente connessi e che l’inclinazione naturale come esseri umani sia quella della connessione e della reciproca collaborazione. Di queste idee abbiamo parlato in un articolo precedente che si chiama, appunto, “Siamo tutti connessi)“.

Le parole della McTaggart

La materia

Dalle nuove frontiere della scienza stanno emergendo nuove idee, che sfidano tutto ciò che crediamo a proposito di come funziona il nostro mondo, e di come definiamo noi stessi […]

Quando i pionieri della fisica quantistica hanno scrutato proprio nel nucleo della materia, sono rimasti sbalorditi da quello che hanno visto.

I più minuscoli pezzettini di materia non sono neanche materia, come noi la conosciamo, e neanche un insieme di qualcosa, ma a volte una cosa, altre volte qualcosa di molto diverso.

E cosa ancor più strana, sono spesso molte cose possibili tutte nello stesso istante […]

La materia e la consapevolezza

I pionieri quantistici avevano scoperto che il nostro coinvolgimento con la materia è cruciale.

Le particelle subatomiche esistono in tutti gli stati possibili finché non vengono disturbate da noi, con l’osservazione o la misurazione, e a quel punto finalmente si placano in qualcosa di concreto […]

Il “Campo del Punto Zero”

Alcuni (scienziati) hanno ripensato di nuovo alle poche equazioni che sono state sempre sottratte nelle fisica quantistica.

Queste equazioni rappresentano il “Campo del Punto Zero”, un oceano di vibrazioni microscopiche presenti nello spazio esistente tra le cose.

(Gli scienziati) hanno capito che se il Campo del Punto Zero viene incluso nella nostra concezione più fondamentale della materia, allora il vero sostegno del nostro universo è un mare di energia pulsante, un vasto campo quantistico.

Se ciò fosse vero, tutto sarebbe connesso a qualsiasi altra cosa attraverso una ragnatela invisibile […]

Siamo fatti tutti della stessa materia

Hanno anche scoperto che siamo tutti fatti della stessa sostanza essenziale.

Al livello più fondamentale, gli esseri viventi, inclusi gli esseri umani, sono pacchetti di energia quantistica che scambiano costantemente informazioni  con questo mare inesauribile di energia.

Le cose viventi emettono una debole radiazione, e questo è l’aspetto cruciale dei processi biologici.

L’informazione riguardante tutti gli aspetti della vita, dalla comunicazione cellulare alla vasta rete di controlli del DNA, viene comunicata attraverso uno scambio a livello quantistico.

Perfino le nostre menti, quelle altre cose apparentemente così al di fuori delle leggi della natura, operano in accordo a processi quantistici.

Pensare, sentire, ogni funzione cognitiva superiore, ha a che fare con l’informazione quantistica pulsante simultaneamente attraverso i nostri cervelli e i nostri corpi.

La percezione umana accade grazie all’interazione tra le particelle subatomiche dei nostri cervelli e del mare di energia quantistica. Risuoniamo, letteralmente, con il nostro mondo.

Siamo sull’orlo di una rivoluzione

Siamo sull'orlo di una rivoluzione

Il nostro

nuovo posto

nel mondo

 

Ma, per quanto ci riguarda, quali sono le implicazioni pratiche di questo nuovo paradigma della realtà?

Ti faccio solo un piccolo esempio, riportando un brano, che contiene delle domande interessanti, che l’ormai ben nota Lynne McTaggart pone in un altro bellissimo libro che, naturalmente, ti suggerisco di leggere e che si chiama: “La scienza dell’intenzione”.

Se la materia era mutevole, e la coscienza faceva della materia qualcosa di fisso, sembrava verosimile che la coscienza fosse anche in grado di sospingere le cose in una determinata direzione.

 

La loro indagine si riduceva a una semplice domanda: se l’atto dell’attenzione influenzava la materia fisica, qual era l’effetto dell’intenzione, ovvero del deliberato tentativo di produrre un cambiamento?

 

Nel nostro partecipare al mondo quantico in qualità di osservatori, potremmo essere non soltanto creatori, ma anche influenzatori?

Leggendo questo passaggio probabilmente ti è venuto in mente un qualcosa noto come “la legge dell’attrazione”. Dico questo solo per rendere ovvie quelle che potrebbero essere le implicazioni pratiche di quanto stiamo dicendo.

Per concludere, ti lascio per l’ennesima volta con le parole a Lynne McTaggart, tratte sempre dal prologo del libro “Il Campo del Punto Zero – Alla scoperta della forza segreta dell’universo”, sulle implicazioni generali del nostro nuovo paradigma della realtà.

Le implicazioni del nuovo paradigma

«Siamo sull’orlo di una rivoluzione. Una rivoluzione profonda e audace come la scoperta della relatività di Einstein […]

A differenza della visione del mondo di Newton o di Darwin, la loro è una visione che esalta la vita. Queste sono idee che possono conferirci potere, con le loro implicazioni di ordine e controllo.

Non siamo semplicemente un caso fortuito della natura; c’è uno scopo e un’unità nel nostro universo e nel nostro posto nel mondo, e abbiamo una voce importante in esso. Ciò che facciamo e pensiamo ha importanza e, in verità, è fondamentale nel creare il nostro mondo.

Gli esseri umani non sono più separati gli uni dagli altri. Non esiste più un “noi” e un “loro”. Non siamo più alla periferia del nostro universo, guardando dentro dal di fuori. Possiamo occupare il nostro posto di diritto, di nuovo al centro del nostro mondo.

Come faccio a sapere se tutto questo è vero?

Ma davvero?

Ma davvero?

Molti dei quesiti aperti dalle rivelazioni della fisica quantistica sono stati lasciati irrisolti dai fisici quantistici di prima generazione, ma con il progredire del tempo, altri scienziati e ricercatori si sono ostinati a voler trovare delle risposte, e gli argomenti di cui sopra sono parte delle conclusioni a cui sono arrivati.

Ormai mi stanco persino a scriverlo, ma a questo proposito riporto di nuovo alcuni brani tratti dal libro della McTaggart.

La “vecchia guardia”

I pionieri della fisica quantistica, Erwin Schrodinger, Werner Heisemberg, Niels Bohr e Wolfang Pauli, avevano una vaga idea del territorio metafisico nel quale erano sconfinati […]

Tutti gli elementi disgiunti della fisica quantistica non si sono mai fusi in una teoria coerente, e la fisica quantistica si è ridotta a uno strumento tecnologico, estremamente valido e vitale per costruire le bombe e gli apparecchi elettronici moderni.

La “nuova guardia”

Un piccolo gruppo di scienziati sparsi per il globo, non soddisfatto dell’utilizzo meccanico della fisica quantistica, ha richiesto una soluzione migliore a molte delle numerose domande che rimanevano senza risposta.

Queste idee sono state un vero e proprio alto tradimento. In molti casi questi scienziati hanno dovuto combattere con un’azione di retroguardia contro un sistema trincerato e ostile.

Gli scienziati, tutti provenienti da istituzioni credibili e di prima grandezza, l’Università di Princeton, l’Università di Stanford, e alcuni istituti di prim’ordine in Germania e in Francia, hanno prodotto una sperimentazione impeccabile […]

Queste nuove idee non si adattano alla vecchia visione del mondo, quindi devono, secondo la vecchia guardia, essere sbagliate.

Ma ormai è troppo tardi. La rivoluzione è inarrestabile. Gli scienziati che sono stati evidenziati in questo libro, sono semplicemente pochi dei pionieri, una piccola rappresentanza di un movimento più grande.

Molti altri sono immediatamente dietro di loro, e stanno sfidando, sperimentando, modificando le loro visioni, impegnati in un lavoro in cui tutti i veri esploratori s’impegnano.

La “scienza ortodossa”

Piuttosto che licenziare queste informazioni in quanto non si adattano alla visione scientifica dell’universo, la scienza ortodossa dovrà iniziare ad adattare la sua visione del mondo per aggiornarsi.

È arrivato il momento di rimettere Newton e Descartes al loro posto, come profeti di una visione storica che è ormai sorpassata.

Nuove opportunità per tutti noi

Una piccola goccia di divinità

Una piccola
goccia di divinità
in onguno di noi

A volte le cose semplici sono le più efficaci.

Quello che ti suggerisco di fare è di diventare tu stesso “lo scienziato” e di sperimentare direttamente nella pratica della tua vita e della tua quotidianità.

Come? Beh, se è vero che il pensiero è capace di creare la realtà, potremmo sperimentare coltivando pensieri e stati interni che ci dirigano verso dove vogliamo andare.

Perché ti parlo di pensieri e stati d’animo? Perché la cosiddetta “legge dell’attrazione” sembra funzionare quando il pensiero e lo stato d’animo o l’emozione sono allineati.

Quando invece penso una cosa razionalmente, con la mia mente conscia, ma poi mi sento in modo diverso o magari opposto, invio informazioni discordanti che non producono l’effetto desiderato.

Comunque sia, persone autorevoli spiegano esattamente come fare e in un  prossimo articolo riassumerò le loro idee e i loro suggerimenti, così che tu possa avere tutti gli strumenti per sperimentare.

A questo proposito ti suggerisco comunque di leggere “Cambia l’abitudine di essere te stesso” del Dr. Joe Dispenza.

Se quanto dicono è vero, e personalmente mi sembra sensato pensare che lo sia, allora si dispiegano davanti ai nostri occhi possibilità e opportunità una volta inimmaginabili.

L’impegno di mettersi in gico e di sperimentare potrebbe equivalere alla ricerca di quella piccola goccia di divinità che sembra essere in ognuno di noi.

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