
Mappe ricche e mappe impoverite
Indice
Una storia
La cancellazione dei dati
La distorsione dei dati
La generalizzazione dei dati
L'impoverimento delle mappe
In un articolo precedente abbiamo avuto modo di vedere che ognuno di noi ha una propria personale visione, o mappa, della realtà, e che esistono mappe ricche e mappe impoverite.
Se tu non lo avessi ancora fatto, ti suggerisco di leggere gli articoli precedenti sul processo di mappatura e cioè sul come ognuno di noi crea una propria personale visione delle cose.
Per tua comodità li riassumo qui di seguito:
- La Mappa non è il territorio
- La nostra mappa genera il nostro comportamento
- Come creiamo le nostre mappe
Detto ciò, quello su cui voglio focalizzare la tua attenzione ora, è la distinzione tra mappe ricche e mappe impoverite.
Le mappe ricche ci sonsentono di notare informazioni e distinzioni. Informazioni e distinzioni che a loro volta ci permettono di vedere opzioni e possibilità e, di conseguenza, ci fanno sentire bene.
Le mappe, o visioni delle cose, impoverite, cancellano invece informazioni e distinzioni.
Ora vedremo come, in assenza d’informazioni e di distinzioni, finiamo per avere, o per pensare di avere, meno opzioni di scelta e possibilità, e come, di conseguenza, viviamo uno stato di malessere.
Sempre nell’articolo precedente, abbiamo anche visto come facciamo a creare le nostre mappe della realtà.
Lo facciamo fondamentalmente attraverso attraverso tre processi, processi che sono tutti utili, anzi indispensabili e inevitabili, e che sono:
- Cancellazione
- Distorsione
- Generalizzazione
Tuttavia capita che si commettano degli “errori di mappatura” e cioè che questi tre processi vengano utilizzati male e ci si “ritorcano contro”, portandoci a creare delle mappe impoverite.
Ora andiamo a vedere, attraverso un esempio pratico, come ciò avvenga.
Una storia
Per farti l’esempio pratico di quanto detto, ti racconto una storia.
Immagina una giovanissima coppia di “fidanzatini”, Elena e Giorgio; la prima scintilla di innamoramento tra due giovanissime creature, quasi dei bambini.
Sono molto amici, si vogliono bene e si sentono irresistibilmente attratti l’uno dall’altra. Come puoi immaginare sono scombussolati da questi sentimenti che neppure capiscono bene.
Comunque sia, tutto va per il meglio; Elena è felice, Giorgio la tratta come una piccola principessa anticipando ogni suo desiderio e colmandola di attenzioni.
Tuttavia, dopo un certo periodo di tempo, le cose cominciano a cambiare; Giorgio è sempre più distratto, le attenzioni si diradano ed Elena comincia a sentirsi a disagio e a soffrire.
Un brutto giorno, Giorgio dice a Elena di aver conosciuto un’altra “ragazza” e la lascia.
Elena è disperata, le è crollato il mondo addosso, il dolore è insopportabile e lei non sa come gestirlo.
Questo terribile dolore la porta a “commettere degli errori di mappatura”.
Vediamo come.
La cancellazione
dei dati
Come dicevamo, Elena sta soffrendo terribilmente. Nel suo dolore, dimentica tutte le cose belle che Giorgio ha fatto per lei nel corso del tempo.
Tutto quello a cui Elena riesce a pensare, tutto ciò che riesce a ricordare, è il momento dell’abbandono e il dolore straziante che ne è conseguito.
Perciò, Elena, nel suo dolore cancella dei dati che le sarebbero stati utili per elaborare la propria esperienza e attribuire i corretti significati a quanto accaduto.
La distorsione
dei dati
Elena, avendo cancellato dei dati dal suo focus di attenzione, rimane con dei dati parziali; l’abbandono da parte di Giorgio e il conseguente dolore.
Questi dati parziali non sono più “bilanciati” dai dati cancellati:
- Tutte le cose carine che nel tempo Giorgio a fatto per lei.
- Il fatto che non l’abbia “tradita” con un’altra, ma le abbia solo correttamente comunicato i suoi sentimenti e la sua decisione.
Di conseguenza, Elena distorce il significato dei dati rimasti in suo possesso, arrivando così alla conclusione che “Giorgio è un figlio di… buona donna!”.
La generalizzazione
dei dati
Com’è nell’esperienza di tutti, il dolore a volte c’impedisce di pensare lucidamente.
Quindi la nostra Elena, mette in atto in modo automatico il terzo dei nostri processi di mappatura; generalizza.
Generalizza le conclusioni a cui è arrivata, passando così da: “Enrico è un figlio di buona donna” a: “Tutti gli uomini sono dei figli di buona donna”.
La suddetta generalizzazione si traduce quindi in una convinzione limitante che sicuramente non rappresenta un buon punto di partenza per la gestione dei suoi futuri rapporti sentimentali.
L’impoverimento delle mappe
Come abbiamo appena visto, Elena, nel suo processo di mappatura e cioè di creazione della sua personale mappa della realtà, ha commesso degli errori:
- Ha cancellato informazioni rilevanti.
- Ha distorto il significato di quanto accaduto.
- Ha sovra-generalizzato le conclusioni a cui è arrivata sulla base delle due operazioni precedenti.
Così Elena, nella sua mappa, ha perso di vista delle distinzioni. Quali? Beh, che Giorgio è diverso da Andrea, che a sua volta è diverso da Federico, e così via.
Ora, la domanda che ti faccio è “quando perdiamo di vista delle distinzioni, abbiamo più o meno opzioni di scelta?”.
E la risposta non può che essere “meno”. Se tutti gli uomini sono uguali e non mi piace il modo in cui sono, quante scelte ho? Nessuna!
E quando non abbiamo scelte o abbiamo poche opzioni di scelta, nessuna delle quali ci piace particolarmente, come possiamo stare?
Probabilmente male! Ecco come facciamo a procurarci inutili sofferenze. Facciamo tutto da soli! E, come dice Bandler, le persone che lo fanno non sono “rotte, pazze o malate”, ma semplicemente hanno un’immagine del mondo che non è messa a fuoco con chiarezza.
Tutto ciò ha delle conseguenze, non solo sul nostro benessere, ma anche sul nostro comportamento.
Perché, come abbiamo visto in un articolo precedente, tutti noi abbiamo la curiosa tendenza a comportarci in funzione della nostra mappa del mondo.
E cioè, ci comportiamo non sulla base di ciò che è accaduto, ma sulla base della nostra personale rappresentazione di ciò che è accaduto.
Perciò, se vuoi cambiare il tuo comportamento, o il comportamento di qualcun altro, dovrai cambiare la relativa mappa.
In un prossimo articolo andremo a vedere come farlo efficacemente attraverso le domande.