Verifica il tuo obiettivo

Verifica il tuo obiettivo

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Indice

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L'ambiente
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Il comportamento
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Le capacità
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Le convinzioni
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I valori
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L'identità
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Lo spirito
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L'allineamento

Verifica il tuo obiettivo significa; “verifica che il tuo obiettivo sia allineato a tutti i livelli logici“, e cioè a tutti i livelli di cambiamento necessari per realizzarlo.

Questa verifica ti consente, appunto, di verificare che esistano tutte le condizioni adatte alla trasformazione del tuo obiettivo in un risultato.

Perciò, verificherai di

  • avere a disposizione l’ambiente adeguato alla realizzazione del tuo obiettivo;
  • mettere in atto i comportamenti funzionali alla realizzazione del tuo obiettivo;
  • possedere le competenze necessarie per poter raggiungere il tuo obiettivo;
  • avere le giuste convinzioni e cioè credere che l’obiettivo sia raggiungibile;
  • accertarti che la realizzazione dell’obiettivo sia allineata ai tuoi valori;
  • credere di essere la persona giusta per poterlo realizzare, e cioè non solo credere che l’obiettivo sia oggettivamente raggiungibile, ma credere anche che sia raggiungibile per te;
  • conoscere lo scopo superiore dell’obiettivo, e cioè per chi o per cosa lo vuoi realizzare, così da essere certo che ne valga la pena.

Di obiettivo abbiamo già parlato molto, in diversi articoli, che riassumo qui sotto per tua comodità:

Quello che ti propongo in questo articolo è un’ultima importante verifica, che ti consente di accertarti definitivamente che tutte, ma proprio tutte, le condizione per la realizzazione del tuo obiettivo siano presenti e allineate tra di loro.

L’ambiente

L'ambiente

Come abbiamo già avuto modo di osservare nell’articolo “Le fondamenta dell’autostima”, dove si parla di “Livelli Logici”, per “ambiente” s’intende l’ambiente all’interno del quale agiamo e tutto ciò che ci circonda:

  • in primis, l’ambiente fisico nel quale viviamo e lavoriamo, come la nostra casa, il nostro ufficio, la città o il luogo dove viviamo;
  • l’ambiente socio-economico e culturale nel quale operiamo;
  • le persone che ci circondano e con le quali ci relazioniamo.

Qualsiasi ambiente presenta sia impedimenti che opportunità.

A questo livello, dovrai dunque verificare che:

  • nell’ambiente nel quale andrai a realizzare il tuo obiettivo non vi siano impedimenti rispetto alla sua realizzazione;
  • ti siano chiare tutte le opportunità che l’ambiente presenta, così che tu possa essere certo di coglierle.

Per esempio, potresti voler aprire un nuovo ramo d’azienda. L’ambiente che hai a disposizione è o non è adeguato al tipo di attività che intendi svolgere?

Hai esplorato tutte le opportunità di finanziamento presenti nell’ambiente?

Il comportamento

Il comportamento

Il comportamento non è altro che le azioni e le reazioni che metti in atto nell’ambiente: quello che fai e quello che non fai per raggiungere il tuo obiettivo:

  • Metti in atto tutte le azioni necessarie?
  • Eviti di fare tutto ciò che potrebbe interferire con la realizzazione del tuo obiettivo?

Per esempio, immagina di essere un consulente finanziario che vuole ottenere un risultato di raccolta.

Sulla base delle tue statistiche, fai tutte le chiamate necessarie?

Oppure, diciamo che hai appena aperto una nuova società con un nuovo socio. Riesci a evitare di attaccarlo a ogni occasione possibile?

Le capacità

Le capacità

Il livello delle capacità si riferisce al “Come” fai quello che fai, al “Come” metti in atto i comportamenti, le azioni e le reazioni, nell’ambiente.

Hai le capacità necessarie a fare ciò che serve per la realizzazione del tuo obiettivo?

Qualora ti mancassero, puoi acquisirle?

Qualora tu non potessi acquisirle direttamente, puoi acquistarle sul mercato?

Se vuoi approfondire il tema delle capacità, che in effetti riguarda tanto le strategia, quanto le mappe mentali e gli stati emotivi a partire dai quali operi, vai all’articolo “Le fondamenta dell’autostima e del benessere”.

Le convinzioni

Le convinzioni

Le convinzioni sono un senso di certezza verso qualcosa.

Per esempio, ciò che credi essere vero o falso, buono o cattivo. Ciò che credi abbia valore oppure no. Non è un caso che, nel modello dei “Livelli Logici”, i valori e le convinzioni si pongano sullo stesso livello.

Le convinzioni, infatti, “traducono” i nostri valori in modo da darci una guida nell’agire quotidiano. Pensa ad affermazioni come:

Il successo (valore) è frutto del duro lavoro.

Piuttosto che:

Il successo è tutta una questione di fortuna.

Le nostre convinzioni non sono necessariamente ‘vere’, tuttavia plasmano la nostra realtà.

In effetti, le convinzioni hanno un grande impatto sulla nostra vita, perché dirigono il nostro agire quotidiano e i nostri risultati.

Per esempio, se credi che qualcosa non sia possibile, non farai nulla per ottenerla, se credi che qualcosa sia “sbagliato”, eviterai di farlo.

Tieni anche presente che le nostre convinzioni sono, per ognuno di noi, un ‘terreno sacro’, perché sono la fonte del nostro senso di sicurezza.

Infatti, spesso siamo disposti a difenderle anche quando non sono funzionali al nostro benessere.

Perciò, relativamente al tuo obiettivo, la domanda è:

Credi davvero che il tuo obiettivo sia oggettivamente realizzabile?

Se tu avessi dei dubbi in proposito, probabilmente faticheresti molto a trasformare il tuo obiettivo nel risultato desiderato.

Quello che potrebbe accadere è che potresti non vedere tutte le opportunità e potresti non mettere in campo tutte le tue risorse.

I valori

I valori

Il vocabolario Treccani, tra le tante definizioni di “valore”, dice:

L’Importanza che una cosa, materiale o astratta, ha, sia oggettivamente in sé stessa, sia soggettivamente nel giudizio dei singoli.

In PNL, i valori rispondono alla domanda:

Che cosa è davvero importante per te? Che cosa ci deve essere nella tua vita affinché tu possa dire di vivere la vita che desideri?

Perciò, nel momento in cui pensi che la realizzazione di un obiettivo sia in conflitto con uno dei tuoi valori, difficilmente vorresti e/o potresti trasformarlo in un risultato.

Un esempio tipico: un commerciale al quale venga chiesto di vendere armi e il cui primo valore sia la pace e il rispetto della vita umana.

L’identità

L'identità

Il livello dell’identità ha nuovamente a che fare con le convinzioni, e risponde alla domanda «Chi sono io?», o meglio, «Chi penso di essere?».

Le convinzioni che noi abbiamo su noi stessi sono convinzioni di un livello superiore, perché, rispetto a tutte le altre, hanno un impatto ancora più forte sulla nostra vita.

Si traducono in affermazioni quali: «Sono intelligente/stupido – Sono una persona di valore/sono una persona di scarso valore – Ce la posso fare/non ce la posso fare – Sono bello/sono brutto, etc».

Come abbiamo già avuto modo di osservare, le nostre convinzioni non sono la realtà, ma creano la nostra realtà.

Relativamente al tema degli obiettivi, la domanda è:

Oltre a credere che l’obiettivo sia oggettivamente raggiungibile, credo anche che sia raggiungibile per me? Credo di avere le qualità e le competenze per poterlo raggiungere?

Lo spirito

Lo spirito

Infine, l’ultimo livello, rappresenta ‘lo spirito’, dove per ‘spirito’ s’intendono i sistemi, superiori all’individuo, di cui l’individuo fa parte o di cui sente di fare parte.

Perciò, potrebbe trattarsi della famiglia o dell’azienda, ma anche dell’umanità intera, del campo quantico o della divinità.

Stiamo perciò parlando tanto dei sistemi ai quali oggettivamente la persona appartiene, quanto di quelli a cui sente di appartenere, quelli che sono importanti per lei.

Relativamente all’obiettivo, la domanda è:

Per chi o per cosa lo faccio? Per chi o per cosa voglio raggiungere il mio obiettivo?

Questo ci porta alla distinzione tra obiettivo e scopo:

  • L’obiettivo risponde alla domanda: «Cosa vuoi?»
  • Lo scopo risponde alla domanda; «Perché lo vuoi? Per chi, per cosa, lo vuoi?»

Nella pratica:

  • Obiettivo: «Voglio guadagnare ‘X’ euro all’anno»
  • Scopo: «Voglio guadagnare ‘X’ euro all’anno perché voglio poter permettere ai miei figli di andare a studiare all’estero».

È evidente che la motivazione più forte risieda nell’obiettivo. Quando abbiamo un ‘perché’ importante, diventiamo inarrestabili ed è molto più probabile che si raggiunga l’obiettivo

L’allineamento

Allineamento

Quando tutti questi livelli sono allineati, allora hai davvero la certezza che vi siano tutte le condizioni necessarie alla realizzazione del tuo obiettivo.

Certo, le medesime verifiche le fai anche in fase di definizione dell’obiettivo, attraverso l’utilizzo del modello dell’Obiettivo Ben Formato.

Qual è quindi la differenza tra ‘Obiettivo Ben Formato’ e ‘Allineamento dell’obiettivo ai Livelli Logici’? 

La differenza risiede nel fatto che l’obiettivo ben formato lo fai in via preventiva, mentre l’allineamento ai livelli logici lo fai sia in via preventiva che ‘in corso d’opera’.

Questo ti consentirà, per esempio, di verificare che i comportamenti che stai mettendo in atto siano allineati a quanto ti serve fare e continuino ad esserlo finché non avrai raggiunto l’obiettivo.

Inoltre, il processo di allineamento ti consente anche di verificare che le condizioni necessarie alla realizzazione dell’obiettivo, oltre a esserci, siano anche tutte allineate, o in armonia, una con l’altra.

Perciò, quando hai un obiettivo davvero importante, ti suggerisco di seguire i seguenti passaggi:

  1. Obiettivo Ben Formato.
  2. Esplorazione dell’obiettivo attraverso i processi di chunking.
  3. Allineamento dell’obiettivo ai Livelli Logici.
Esplora il tuo obiettivo

Esplora il tuo obiettivo

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Indice

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Chunking Up
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Chunking Down
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Chunking Laterale

Dopo aver definito il tuo obiettivo secondo i criteri dell’Obiettivo Ben Formato, ora, esplora il tuo obiettivo, verificando scopo, strategia e alternative.

Robert Dilts, nel suo meraviglioso libro: “Coaching e Leadership”, propone un metodo per indagare gli obiettivi in tutte le loro dimensioni e, allo stesso tempo costruire flessibilità mentale.

In buona sostanza si tratta di prendere il proprio obiettivo e analizzarlo sottoponendolo a un processo di “chunking”.

“Chunk” significa “pezzo” e “chunking” significa “scomporre, frazionare, dividere o suddividere”.

Quello che Robert Dilts propone è un triplice processo, tre modalità interessanti per verificare il proprio obiettivo, osservandolo da tutte le prospettive possibili.

Questi processi e le relative verifiche vengono fatte attraverso tre diversi processi di chunking:

  • up, e cioè uno “spezzettamento” verso l’alto, verso l’obiettivo superiore o lo scopo;
  • down, e cioè uno “spezzettamento” verso il basso, verso la definizione della strategia;
  • laterale, e cioè uno “spezzettamento” laterale, verso la verifica delle alternative.

Dilts scrive:

Il chunking può servire a ottenere chiarezza in merito al nostro obiettivo o a esplorare possibili ostacoli al suo conseguimento, in modo che si traduca prontamente in un piano d’azione pragmatico.

Chunking Up

Chunking up

Il processo di chunking up ti conduce dall’obiettivo, all’obiettivo superiore, fino ad arrivare allo scopo.

Questa affermazione richiede che si chiarisca la distinzione tra obiettivo e scopo:

  • l’obiettivo risponde alla domanda «cosa vuoi?»;
  • lo scopo risponde invece alla domanda «perché lo vuoi?».

Per esempio, potresti decidere di voler guadagnare “X” euro al mese o all’anno. Questo è il tuo obiettivo.

Alla domanda «perché lo vuoi?» potresti rispondere di volerlo per poter consentire ai tuoi figli di studiare all’estero.

La motivazione vera risiede dunque nello scopo, mentre l’obiettivo non è che un mezzo per raggiungerlo.

I vantaggi del processo di chunking sono quindi molteplici:

  • può trasformare un obbiettivo apparentemente banale o poco stimolante in un avvincente traguardo;
  • ti consente di verificare se l’obiettivo che ti sei posto è l’unico mezzo per raggiungere il tuo scopo o se vi sono alternative interessanti.
Il processo di Chunking Up

Il processo di Chunking Up

Il processo di Chunking Up è molto semplice e consiste nel prendere il proprio obiettivo e porsi la domanda: «Se raggiungessi questo obiettivo, che cosa comporterebbe questo per me?». Bisogna poi continuare a porsi la stessa domanda per ogni risposta che si trova.

Per esempio, diciamo che hai un obiettivo “A” e rispetto a questo ti chiedi: «Se raggiungessi il mio obiettivo A, cosa comporterebbe questo per me?».

La tua risposta potrebbe essere «Comporterebbe “B”». Bene, dovrai chiederti di nuovo: «Se raggiungessi B, cosa comporterebbe questo per me?», e così via.

A tal proposito, Robert Dilts scrive:

Continuate fino a che raggiungerete un traguardo che sia sufficientemente alto e che abbia senso senza diventare troppo generico (fermatevi prima di arrivare a conseguire la pace nel mondo!).

Un esempio pratico

Comincia la lettura dal basso.

Avere le risorse per migliorare la qualità, espandere
la tipologia di  servizi e la conseguente crescita dell’azienda
Che cosa comporta per te ottenere un potenziale
fatturato doppio rispetto a quello attuale?
Ottenere un potenziale fatturato doppio rispetto all’attuale
Che cosa comporta per te avere un volume potenziale
di mercato doppio rispetto all’attuale ?
Avere un volume potenziale di mercato doppio rispetto all’attuale
Che cosa comporta per te fare un primo passo verso
l’internazionalizzazione dell’azienda?
Fare un primo passo verso l’internazionalizzazione dell’azienda
Che cosa comporta per te vendere un servizio in Svizzera?
Obiettivo: Vendere un servizio in Svizzera

 

Chunking Down

Chunking down

Il processo di Chunking Down consiste nello spezzettare l’obiettivo verso il basso, nelle sue componenti o sotto-obiettivi, in modo che sia più facile raggiungerlo.

Anche in questo caso si tratta di un processo molto semplice che consiste nel chiedersi: «Di che cosa ho bisogno per conseguire questo obiettivo?».

Esattamente come per il Chunking Up, la medesima domanda va ripetuta per ognuna delle risposte che ti dai, così da arrivare ad avere un piano o progetto dettagliato.

Il processo di Chunking Down

Il processo di

Chunking Down

Un esempio pratico

Obiettivo: persuadere il capo a darmi un aumento di stipendio
Che cosa deve accadere affinché tu possa persuadere
il capo a darti un aumento di stipendio?
Documentare la mia performance dell’ultimo anno
Che cosa deve accadere affinché tu possa documentare
la tua performance dell’ultimo anno?
Fare una ricerca comparativa sulle retribuzioni

 

Esiste un secondo processo di Chunking Down che si focalizza sugli ostacoli e le barriere al successo e che può essere particolarmente utile per risolvere problemi un po’ più difficili.

Anche questo è piuttosto semplice e snello e funziona così.

Una volta definito il tuo obiettivo o il risultato che vuoi conseguire, devi chiederti: «Che cosa m’impedisce di conseguirlo?».

Identifica quindi tutte le limitazioni potenziali e, per ognuna di queste, chiediti: «Che cosa voglio invece?»

 

Un esempio pratico

Obiettivo: Creare una cultura di responsabilità collettiva nel team
Che cosa te lo impedisce?
Al senior management piace avere qualcuno
su cui sparare quando le cose vanno storte
Cosa vuoi invece?
Che il team rifiuti la divisione e l’utilizzo di capri espiatori.
In altre parole, voglio l’unità del team.
Cosa t’impedisce di conseguirla?
La mancanza di fiducia nei membri del team. 
Che cosa vuoi invece?
Voglio fiducia tra i membri del team
Cosa te lo impedisce?
Storie di sfiducia precedenti.
Che cosa vuoi invece?
Rendere le persone consapevoli dei vantaggi reciproci
derivanti dalla collaborazione e dal lavoro di squadra.

Chunking Laterale

Chunking laterale

L’ultimo processo di chunking relativo all’obiettivo è il Chunking Laterale, che consiste semplicemente nel chiedersi: «In quale altro modo posso conseguire questo risultato?».

Nota bene che il risultato a cui si riferisce la domanda potrebbe essere tanto l’obiettivo quanto lo scopo.

Nel primo caso, esplorerai le alternative rispetto alla strategia definita attraverso il chunking down, come nell’esempio qui sotto riportato.

Un esempio pratico di chunking laterale rispetto all’obiettivo

Obiettivo: persuadere il capo a darmi un aumento di stipendioChunking Laterale: in quale altro modo puoi persuadere il tuo capo a darti un aumento di stipendio?
Che cosa deve accadere affinché tu possa persuadere il capo a darti un aumento di stipendio?Facendo sentire il mio capo in debito con me!
Documentare la mia performance dell’ultimo annoChunking Down: Cosa deve accadere affinché tu possa far sentire il tuo capo in debito con te?
Che cosa deve accadere affinché tu possa documentare la tua performance dell’ultimo anno?Risolvere un problema delicato sull’agenda del capo.
Fare una ricerca comparativa sulle retribuzioni 

 

Nel secondo caso, le alternative che andrai ad esplorare saranno relative allo scopo o a uno degli obiettivi superiori a cui sei arrivato attraverso il processo di chunking up.

Diciamo che hai un obiettivo “A” e uno scopo, o obiettivo superiore “B”.

La domanda che dovresti porti è la seguente: «Invece che attraverso la realizzazione del mio obiettivo “A”, in quali altri modi posso raggiungere il mio scopo “B”?

Un esempio pratico di chunking laterale rispetto allo scopo

Nella prima colonna, comincia la lettura dal basso.

Avere le risorse per migliorare la qualità, espandere la tipologia di  servizi e la conseguente crescita dell’aziendaChunking laterale: in quale altro modo oltre che vendendo un servizio in Svizzera posso internazionalizzare l’azienda?
Che cosa comporta per te ottenere un potenziale fatturato doppio rispetto a quello attuale?Rivolgendomi al mercato francese dove ho già molte collaborazioni 
Ottenere un potenziale fatturato doppio rispetto all’attuale 
Che cosa comporta per te avere un volume potenziale di mercato doppio rispetto all’attuale ?
 
Avere un volume potenziale di mercato doppio rispetto all’attuale 
Che cosa comporta per te fare un primo passo verso l’internazionalizzazione dell’azienda? 
Fare un primo passo verso l’internazionalizzazione dell’azienda 
Che cosa comporta per te vendere un servizio in Svizzera? 
Obiettivo: vendere un servizio in Svizzera 

 

Tutti i processi di chunking relativi all’obiettivo sono semplici e interessanti perché, come dicevamo, garantiscono un duplice vantaggio:

  • consentono di esplorare l’obiettivo in tutte le sue dimensioni;
  • costruiscono flessibilità.

Quest’ultimo punto è particolarmente vero per il processo di chunking laterale, che per sua natura costringe a valutare alternative.

Ed è noto che, secondo la legge di Ashby, “l’elemento nel sistema che ha maggiore flessibilità è l’elemento che controlla il sistema”.

Di conseguenza, applicando questa legge agli esseri umani, potremmo dire che la persona con maggiori possibilità di scelta nel proprio comportamento sia quella più capace d’influenzare il corso degli eventi futuri.

Trasforma i tuoi obiettivi in risultati

Trasforma i tuoi obiettivi in risultati

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Indice

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Obiettivo Ben Formato
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Definito in positivo
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Rappresentabile Sensorialmente
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Sotto il controllo di chi lo definisce
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Che preservi i vantaggi dello stato attuale
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Ecologico
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La strada verso la realizzazione dei valori

“Trasforma i tuoi obiettivi in risultati”!

Facile a dirsi e più impegnativo a farsi!

In effetti, sarebbe bello poter trasformare tutti i propri obiettivi in risultati, ma così non è quasi per nessuno.

Questo dipende da diversi fattori.

Il primo motivo è che, molto frequentemente, per poter trasformare i nostri obiettivi in risultati, dobbiamo cambiare un’abitudine, cosa non così scontata per tutti!

Il secondo motivo è che spesso i nostri obiettivi non sono obiettivi veri e propri, ma solo idee vaghe e confuse, delle quali perdiamo traccia nella frenesia della vita di tutti i giorni. In un articolo precedente abbiamo parlato proprio di questo, di quanto sia importante prendere nota dei propri obiettivi per iscritto.

Il terzo motivo è che quasi mai ci prendiamo il tempo per definire gli obiettivi in modo che abbiano le caratteristiche per poter essere raggiunti.

Ma quali sono queste caratteristiche? Esistono diversi “modelli” per poter definire efficacemente un obiettivo.

Il modello che ti propongo in questo articolo è il modello che utilizziamo in Programmazione Neuro-Linguistica e che si chiama “Obiettivo Ben Formato”.

 

Obiettivo Ben Formato

Obiettivo Ben Formato

L’Obiettivo Ben Formato è uno dei modelli più semplici e completi per la definizione degli obiettivi.

Naturalmente ve ne sono altri, alcuni molto famosi, come per esempio l’obiettivo S.M.A.R.T., del quale parleremo magari in un prossimo articolo.

Secondo questo modello, per poter essere trasformato in un risultato, l’obiettivo deve avere le seguenti caratteristiche:

  1. definito in positivo;
  2. rappresentabile attraverso i sensi;
  3. sotto il controllo di chi lo definisce;
  4. preservare i vantaggi della situazione attuale;
  5. ecologico.

Per poter essere certi che l’obiettivo risponda davvero alle suddette caratteristiche, il modello dell’Obiettivo Ben Formato, per ogni caratteristica, propone delle domande alle quali rispondere durante la definizione dell’obiettivo.

Andiamo ora a vedere, una per una, le suddette caratteristiche e le relative domande.

Definito in positivo

Definito in Positivo

È piuttosto intuitivo; se vuoi ottenere qualcosa devi sapere cosa vuoi ottenere.

Intuitivo ma non scontato! Saresti sorpreso dalla quantità di persone che faticano a rispondere alla semplice domanda: «Cosa vuoi?».

Nella migliore delle ipotesi, le persone, poste di fronte alla domanda «Cosa vuoi?» rispondono dicendo invece cosa non vogliono.

Per esempio: «Non voglio più sentirmi costantemente in ansia», «Non voglio più sentirmi in imbarazzo quando mi trovo in mezzo alla gente», «Voglio smettere di procrastinare».

Informazioni certamente importanti, ma non sufficienti. Per poter dare una direzione al tuo agire ed essere efficace, devi definire l’obiettivo dell’azione in positivo.

È un po’ come quando sali sul taxi; dici al conduce dove vuoi andare e non dove non vuoi andare.

In buona sostanza, devi dare una “direzione” al tuo cervello.

Quindi, la definizione dell’obiettivo non deve contenere negazioni linguistiche, tipo «Non voglio sentirmi geloso».

Obiettivi APPARENTEMENTE definiti in positivo

Ma non basta. Per esempio, «stare a dieta» sembra essere definito in positivo, ma non lo è!

O meglio, la suddetta definizione non definisce l’obiettivo, bensì uno dei possibili processi per raggiungerlo, e forse neppure il migliore.

In effetti, l’obiettivo non è “stare a dieta”, bensì raggiungere un determinato peso, avere uno specifico aspetto e/o un certo livello di energia psicofisica.

Il concetto di “dieta” fa pensare alla privazione, che non motiva nessuno!

Si può invece pensare di raggiungere il suddetto obiettivo semplicemente mangiando in modo sano e gustoso allo stesso tempo, perché è possibile.

Oppure facendo un leggero e piacevole esercizio fisico, che attiva il corpo e fa sentire vivi.

Pensa al comune obiettivo «Devo smettere di fumare».

In primo luogo, il “devo” motiva pochi. Una buona idea potrebbe essere quella di sostituire il “devo” con il “voglio”.

In secondo luogo, ogni volta che ricordi a te stesso l’obiettivo e ti dici: «Devo (o voglio) smettere di fumare», inevitabilmente, ti rappresenti internamente l’atto di fumare.

Più ti immagini l’atto di fumare e più ti viene voglia di fumare!

Di conseguenza, paradossalmente, più ricordi a te stesso il tuo obiettivo e più fai fatica a raggiungerlo 🙂

Le Domande

Ho già anticipato che il modello dell’Obiettivo Ben Formato prevede delle domande per ognuna delle caratteristiche che l’obiettivo deve avere per essere, appunto, Ben Formato.

Vediamo quindi ora le domande alle quali bisogna rispondere per accertarsi che l’obiettivo sia definito in positivo.

Tieni presente che, per poter dire che l’obiettivo è definito in positivo, deve essere anche sufficientemente specifico.

Perciò, le domande sono:

  1. Che cosa vuoi specificatamente?
  2. Quando lo vuoi?
  3. Dove lo vuoi?
  4. Con chi lo vuoi?
Rappresentabile sensorialmente

Rappresentabile

Sensorialmente

Il secondo criterio dell’Obiettivo Ben Formato è che deve essere definito in modo da poterselo rappresentare attraverso i 5 sensi: devi poterlo vedere, ascoltare, odorare, annusare e sentire proprio come se tu fossi già lì, porprio come se tu l’avessi già raggiunto.

Cosa puoi fare per rappresentarti l’obiettivo come se tu l’avessi già raggiunto?

Puoi farlo di diversi modi:

  • semplicemente utilizzando la tua immaginazione;
  • mettendo il tuo obiettivo per iscritto, descrivendolo dettagliatamente con parole che ti emozionino;
  • creando un video che rappresenti il risultato desiderato, magari accompagnato da una musica evocativa;
  • creando una sorta di “storyboard”; un pannello con immagini che rappresentino l’obiettivo e che ti creino la giusta emozione.

Questo per due motivi.

Il primo motivo

Il primo motivo ha a che fare con la motivazione.

Tutti noi facciamo fatica a rinunciare a un piacere o a un vantaggio immediato.

Questo è vero anche quando rinunciare a quel piacere o a quel vantaggio immediato porterebbe a benefici, magari più lontani nel tempo, ma di gran lunga superiori.

Vediamo se ti riconosci in questa situazione: apri il frigorifero e vedi la torta al cioccolato e il sedano bianco. Li guardi e ti dici «Dovrei mangiare il sedano bianco», ma poi ti mangi la torta al cioccolato!

Perciò devi definire il tuo obiettivo in modo che sostenga la motivazione anche quando i giochi si fanno duri; quando apri il frigorifero e inizia la battaglia tra la torta al cioccolato e il sedano bianco!

Nel momento in cui riesci a rappresentarti l’obiettivo come se fosse già raggiunto, come se fosse già il risultato desiderato, quel risultato diventa il magnete che ti attrae verso il futuro.

Nel momento in cui ti rappresenti l’obiettivo come se fosse reale, quella rappresentazione costruisce il desiderio e il desiderio sostiene la motivazione.

Il secondo motivo

Il secondo motivo è estremamente semplice! Definire l’obiettivo in modo che sia rappresentabile attraverso i 5 sensi, ti consente di rispondere alla domanda: «Come farai a sapere quando avrai raggiunto l’obiettivo?»

So che, a prima vista, sembra una domanda strana, che non vale la pena porsi e la cui risposta dovrebbe essere ovvia!

Ma pensiamoci insieme per un momento.

Se l’obiettivo fosse qualcosa come “guadagnare X euro al mese o all’anno“, la risposta alla suddetta domanda sarebbe ovvia. Quando arriverai a guadagnare quella cifra, avrai raggiunto l’obiettivo.

Ma se l’obiettivo fosse qualcosa come “aumentare il mio livello di energia psicofisica”, ecco che allora la risposta diventa immediatamente meno ovvia.

In questo caso, la rappresentazione dell’obiettivo, sarebbe il parametro di riferimento che ti consente di valutare il raggiungimento o il non raggiungimento dell’obiettivo.

Le Domande

  1. Come saprai di averlo raggiunto?
  2. Cosa vedrai, ascolterai, proverai?
  3. Che aspetto avrai? Come parlerai? Cosa farai?

 

Sotto il controllo di chi lo definisce

Sotto il controllo

di chi lo definisce

Nella misura in cui il tuo obiettivo non è sotto il tuo controllo, o almeno nella tua sfera d’influenza, non è un obiettivo, ma è un semplice desiderio.

Vediamo insieme qualche esempio.

“La pace nel mondo” non è in nessun modo un obiettivo, perché non è in nessun modo sotto il tuo controllo o nella tua sfera d’influenza.

“Voglio che mio figlio sia felice”. Anche questo, purtroppo, non è sotto il tuo controllo.

Potresti ridefinire l’obiettivo dicendo: «Voglio fare tutto ciò che è in mio potere affinché mio figlio sia felice».

In questo modo ti avvicineresti alla definizione di un obiettivo ben formato, sempre ammesso che tu e tuo figlio siate d’accordo su ciò che gli serve per essere felice!

Perciò, affinché un obiettivo possa definirsi un obiettivo, deve essere sotto il tuo controllo.

La stessa cosa vale anche per tutte le risorse che ti servono per poter realizzare l’obiettivo. Anche queste devono essere sotto il tuo controllo, o almeno, nella tua sfera d’influenza.

Di conseguenza, quello che devi fare quando ti poni un obiettivo, è chiederti di quali risorse hai bisogno per poterlo raggiungere. Sono a tua disposizione? Sono sotto il tuo controllo?

Qualora ti mancasse qualche risorsa, hai modo di recuperarla?

Le domande

  1. Quali risorse hai per realizzarlo?
  2. Le risorse per realizzare l’obiettivo sono sotto il tuo controllo?
Che preservi i vantaggi dello stato attuale

Che preservi i vantaggi

dello stato attuale

La realizzazione di un obiettivo comporta sempre il passaggio da una situazione attuale a una situazione desiderata.

Ma il semplice fatto che la situazione attuale sia diversa dalla situazione desiderata, non significa che non presenti anche dei lati positivi, dei benefici o dei vantaggi.

Bisogna perciò accertarsi che quei lati positivi della situazione attuale vengano preservati nella situazione desiderata.

Per poter esaminare nel dettaglio tutte le diverse “sfaccettature” di questo criterio, dopo aver riportato la lista delle domande, andremo ad analizzarle una per una.

Le domande

  1. Quale vantaggio hai o mantieni non raggiungendo l’obiettivo?
  2. Quando, dove e in relazione a chi non raggiungerlo funziona per te?
  3. Come fai a sapere che vale la pena raggiungerlo?
  4. Cosa accadrà se lo raggiungerai?
  5. Cosa accadrà se non lo raggiungerai?
  6. Cosa non accadrà se lo raggiungerai?
  7. Cosa non accadrà se non lo raggiungerai?

Quale vantaggio hai o mantieni non raggiungendo l’obiettivo?

Per spiegare questa domanda uso degli esempi pratici.

Prendiamo ad esempio obiettivi come “voglio smettere di fumare” o “voglio stare a dieta”. Obiettivi che, come ormai ben sai, non sono certo “ben formati”.

Ora, una persona che fuma o che mangia troppo, lo fa per un motivo.

Per questo esempio, diciamo che magari l’atto di fumare o di “pasticciare” durante la giornata, sia un modo per scaricare la tensione.

Nel momento smetti di fumare o ti metti a dieta, elimini il comportamento, ma il bisogno di scaricare la tensione resta.

Perciò bisogna trovare dei modi alternativi e più “ecologici” per soddisfare il bisogno di scaricare la tensione.

Quando, dove e in relazione a chi non raggiungerlo funziona per te?

Potrebbe succedere che il raggiungimento dell’obiettivo non sia funzionale rispetto a una qualche situazione o rispetto a qualcuno.

Per esempio, l’idea di fare un anno sabbatico potrebbe essere funzionale per un giovane tra la fine del liceo e l’inizio dell’università, ma potrebbe non esserlo per un uomo sposato con figli.

Come fai a sapere che vale la pensa raggiungerlo?

Cosa comporta per te il raggiungimento dell’obiettivo? Ti avvicina o ti allontana dal raggiungimento dei tuoi valori fondamentali? O magari è ininfluente rispetto alla loro realizzazione?

Questa domanda ci porta a fare una riflessione sulla distinzione tra “obiettivo” e “scopo”.

L’obiettivo risponde alla domanda «Che cosa vuoi?»

Lo scopo risponde alla domanda «Perché lo vuoi?»

Per esempio, un obiettivo potrebbe essere “guadagnare ‘X’ euro al mese”.

Rispetto a questo obiettivo, lo scopo potrebbe essere “garantire ai miei figli la possibilità di studiare all’estero o di aprire un’attività in proprio”.

Come puoi ben immaginare, la motivazione fondamentale risiede sempre nello scopo.

Lo scopo delle 4 prossime domande è invece quello di far riflettere sulle conseguenze del raggiungimento o del non raggiungimento dell’obiettivo da diversi punti di vista.

Attenzione, però, perché queste quattro domande focalizzano l’attenzione principalmente, ma non esclusivamente, su alcune tipologie di conseguenze.

Per esempio, la domanda «Cosa accadrà se lo raggiungerai?» fa pensare in primo luogo ai vantaggi del raggiungimento dell’obiettivo.

Tuttavia, questo non significa che non possa far anche venire in mente che il raggiungimento dell’obiettivo possa, per esempio, crearmi dei problemi con qualcuno.

Sono consapevole che si tratti di domande un po’ particolari, perché sembrano quasi tutte uguali, ma non lo sono, in quanto spostano leggermente la visione e la prospettiva.

Andiamo ad analizzarle una per una.

Cosa accadrà se lo raggiungerai

Raggiungi l’obiettivo. Che cosa accade?

Tendenzialmente questa domanda dirige l’attenzione su ciò che ottieni, sui benefici e sui vantaggi immediati.

Cosa accadrà se non lo raggiungerai

Non raggiungi l’obiettivo. Cosa succede?

Questa domanda dirige l’attenzione invece sulle immediate conseguenze negative del non raggiungimento dell’obiettivo, sui problemi che potresti avere nel caso tu non lo raggiungessi.

Cosa non accadrà se lo raggiungerai

Raggiungi l’obiettivo. Cosa non succede?

È come chiedere «quali specifiche conseguenze negative eviti attraverso il raggiungimento dell’obiettivo?»

Paradossalmente, è una domanda simile alla precedente “Cosa accadrà se non lo raggiungerai”.

Dico “paradossalmente”, perché:

  • la prima domanda prende in considerazione il non raggiungimento dell’obiettivo;
  • la seconda invece il raggiungimento dell’obiettivo.

Entrambe però ti portano a riflettere sulle conseguenze negative:

  • quelle che si verificano al non raggiungimento dell’obiettivo: «Non raggiungi l’obiettivo. Cosa succede? Quali sono le conseguenze negative che si verificano?»
  • quelle che eviti al raggiungimento dell’obiettivo: «Raggiungi l’obiettivo. Cosa non succede? Quali sono le conseguenze negative che eviti?»

Perciò, potremmo dire che

  • la prima è più generica e ti porta a riflettere sulle conseguenze immediate del non raggiungimento dell’obiettivo;
  • la seconda ti porta a riflettere in modo più specifico e più sul lungo periodo.

Cosa non accadrà se non lo raggiungerai

Questa è la domanda più “difficile” perché contiene una doppia negazione e di conseguenza confonde un po’.

Non raggiungi l’obiettivo. Che cosa non accade?

Sempre paradossalmente, quest’ultima domanda è più simile alla prima:

  • la prima domanda prende in considerazione il raggiungimento dell’obiettivo;
  • la seconda domanda prende in considerazione il non raggiungimento dell’obiettivo.

Entrambe le domande però ti portano a riflettere sulle conseguenze positive dell’obiettivo:

  • quelle che ottieni al raggiungimento dell’obiettivo: «Raggiungi il tuo obiettivo, cosa succede? Quali sono i benefici?»
  • quelle che non ottieni se non raggiungi l’obiettivo: «Non raggiungi il tuo obiettivo, quali specifiche conseguenze positive non si verificheranno?»

Perciò:

  • la prima la prima dirige l’attenzione sulle immediate conseguenze positive del raggiungimento dell’obiettivo;
  • la seconda dirige l’attenzione sulle specifiche conseguenze positive che non ottieni se non raggiungi l’obiettivo. Pensando in modo più specifico pensi anche più “sul lungo periodo”.

Un esempio pratico

Immagina un aspirante imprenditore che investe i suoi risparmi nell’avviamento di un azienda e che  non ha altre fonti di reddito. Il suo obiettivo generale sarà quindi quello di avviare con successo l’azienda e verrà poi declinato attraverso criteri specifici.

1. «Cosa accadrà se lo raggiungerai?»

«Sarò sereno dal punto di vista economico»

2. «Cosa accadrà se non lo raggiungerai?»

«Mi troverò con il sedere per terra!»

3. «Cosa non accadrà se lo raggiungerai?»

«Non avrò risorse economiche e dovrò adeguarmi a fare un lavoro qualsiasi per tirare avanti. Mia moglie non dovrà lavorare e potrà restare a casa con i nostri figli»

4. «Cosa non accadrà se non lo raggiungerai?»

«I miei figli non potranno godere di un sacco di benefici: scuole private, studi all’estero e supporto economico per avviare un’attività qualora lo desiderassero. Non potrò mai comprare la casa in montagna, come ho sempre desiderato»

Ecologico

Ecologico

Infine, l’ultima caratteristica: per poter dire che sia “ben formato”, l’obiettivo deve essere “ecologico”.

“Ecologico” significa “che opera in difesa dell’ambiente, che rispetta l’ambiente”

In questo caso, l’ecologia è riferita:

  • all’ambiente umano che circonda colui che si pone l’obiettivo: familiari, amici, colleghi, etc.
  • alle diverse aree della vita che potrebbero subire delle ripercussioni dalla realizzazione dell’obiettivo: vita privata, lavoro, equilibrio vita-lavoro, etc.

Quindi, l’obiettivo è ecologico quando, sia l’obiettivo che le sue conseguenze, sono positive o almeno non arrecano danno, non solo a chi si è posto l’obiettivo ma anche:

 

  • a tutte le persone che in qualche modo sono influenzate dalla realizzazione dell’obiettivo stesso;
  • alle tutte quelle aree della vita che magari non sono direttamente coinvolte nella realizzazione dell’obiettivo, ma che potrebbero venirne influenzate.

Le Domande

  1. Che effetto avrà sulla tua vita? Famiglia, amici, affari o lavoro?
  2. Cosa cambierà avendo ottenuto il risultato?

La strada verso la realizzazione dei valori

La strada verso la realizzazione dei valori

Un’ultima considerazione sugli obiettivi. Considerazione che non c’entra direttamente con il modello dell’Obiettivo Ben Formato, ma che è importante fare.

Una considerazione che serve a chiarire il ruolo degli obiettivi nella nostra vita e, di conseguenza, quanto sia essenziale definirli con attenzione.

In un articolo precedente abbiamo parlato di “Valori” che, in PNL rispondono alla domanda «Che cosa è importante per te? Che cosa ci deve essere nella tua vita affinché tu possa dire di avere la vita che desideri?».

Nel suddetto articolo abbiamo visto come i valori siano:

  • la stella polare, perché rappresentano la direzione desiderata
  • il navigatore, perché descrivono il percorso per poterci arrivare attraverso la definizione dei “criteri” o delle “regole” che qualificano i valori.

Potremmo dire che gli obiettivi che ci poniamo sono i nostri valori resi tangibili, sono i passi concreti da fare per poter realizzare i valori, sono il sentiero che disegnamo per poter raggiungere la destinazione.

Rendi tangibili i tuoi obiettivi

Rendi tangibili i tuoi obiettivi

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Indice

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Metti i tuoi obiettivi per iscritto
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Perché è importante?

Partiamo dal titolo: “rendi tangibili i tuoi obiettivi”. Cosa significa? Perché è importante?

Ci sono diversi motivi per i quali è di fondamentale importanza rendere tangibili i propri obiettivi, e questi motivi possiamo facilmente comprenderli pensando alla nostra esperienza quotidiana.

Nella vita di tutti i giorni, a volte “ci vengono in mente delle idee”, idee brillanti che potrebbero fare la differenza, ma che, così come sono arrivate, scompaiono nel tritacarne della quotidianità.

Altre volte, queste idee si materializzano in obiettivi definiti in modo leggermente più specifico delle idee che si smaterializzano nel tritacarne, ma non abbastanza specifico da potersi trasformare in risultati.

Insomma,  spesso, molto semplicemente, “perdiamo di vista” i nostri obiettivi.

Perciò, la prima cosa da fare è quella di fissarli, così che non si dissolvano nella polvere sollevata dai mille impegni quotidiani.

Metti i tuoi obiettivi per iscritto

Metti i tuoi obiettivi per iscritto

Per poter fissare i tuoi obiettivi, così che non vengano “silenziati” dal rumore di sottofondo degli innumerevoli pensieri che scorrono continuamente all’interno della tua mente, tutto quello che devi fare è prenderne nota, scriverli.

E questa è un’idea ben conosciuta; tanto semplice da dire e tanto “difficile” da fare, quantomeno, difficile da fare su basi costanti.

Diversi studi e ricerche dimostrano che gli obiettivi messi per iscritto hanno la curiosa tendenza a trasformarsi più facilmente in risultati tangibili e reali nelle nostre vite.

Non sorprende inoltre che alcuni di questi studi dimostrino anche che nel momento in cui ci creiamo una rappresentazione tangibile e “sensory based” del nostro obiettivo, questa aumenti ancora la probabilità che l’obiettivo venga raggiunto.

Harvard-University

Uno studio

della

Harvard University

Potresti aver sentito parlare di un famoso sondaggio, svoltosi presso l’Università di Harvard su di una classe di studenti del MBA del 1979.

I ricercatori chiesero agli studenti: «Hai fissato obiettivi chiari e scritti per il tuo futuro e hai pianificato di raggiungerli?»

Il sondaggio rivelò che:

  • l’83% non aveva alcun obiettivo
  • il 14% aveva obiettivi o progetti ma non li aveva scritti
  • solo il 3% aveva scritto i propri obiettivi

Gli studenti vennero monitorati nel tempo e, a distanza di 20 anni, i ricercatori verificarono che:

  • il 3% delle persone con obiettivi scritti aveva un patrimonio netto più alto rispetto al restante 97%. Più precisamente, quel 3% ha guadagnato dieci volte tanto rispetto agli altri.
  • il 14% con obiettivi non scritti ha guadagnato il doppio dell’83% senza obiettivi.

Ora numerose fonti dicono che il sondaggio sia un mito e che non sia mai stato svolto.

Per esempio il “Goal Research Summary” di una ricerca condotta presso la Dominican University of California dalla Professoressa Gail Matthews, a proposito del suddetto studio, riporta che:

Bene, si scopre che questo “studio” è semplicemente un “mito urbano”, poiché ampie revisioni della letteratura di ricerca da parte mia e di Steven Kraus (uno psicologo sociale di Harvard), così come i rapporti investigativi della rivista Fast Company hanno rivelato che nessun tale studio era mai stato fatto!

Nonostante ciò, altri studi attestano l’importanza del mettere i propri obiettivi per iscritto.

dominican-university-of-california

Uno studio

della Dominican

University of California

Un altro studio interessante è quello svoltosi presso la Dominican University of California (un altro link relativo a questo studio)

Lo studio è stato condotto dall dottoressa Gail Matthews, professore presso il Dipartimento di Psicologia della Repubblica Dominicana presso la School of Arts, Humanities and Social Sciences.

Lo scopo dello studio era quello di verificare se il raggiungimento degli obiettivi fosse influenzato da diversi fattori:

  • mettere gli obiettivi per iscritto
  • l’impegno in azioni mirate
  • la responsabilità per tali azioni

La Matthews ha reclutato 267 partecipanti da un’ampia varietà di aziende, organizzazioni e gruppi di networking sia negli Stati Uniti che all’estero e di un’età compresa tra 23 e 72 anni che rappresentavano un ampio spettro di background.

I partecipanti vennero poi suddivisi, a caso, in 5 gruppi:

  • il primo gruppo doveva pensare ai propri obiettivi e valutarli in base a diversi fattori, ma non doveva scriverli. I gruppi 2, 3, 4 e 5 dovevano fare la stessa cosa, ma con delle differenze
  • il secondo gruppo doveva scrivere i propri obiettivi
  • il terzo gruppo, oltre a scrivere i propri obiettivi doveva anche impegnarsi a svolgere alcune specifiche attività per poterli raggiungere
  • il quarto gruppo, oltre a scrivere i propri obiettivi e impegnarsi a svolgere specifiche azioni, doveva anche comunicare obiettivi e impegni a una persona “di supporto”
  • il quinto gruppo, oltre a fare le stesse cose del quarto gruppo, doveva anche inviare alla persona di supporto le informazioni relative ai propri progressi verso gli obiettivi tutte le settimane.

I risultati dello studio

Cominciamo con una prima “overview” dei risultati dello studio:

  • il gruppo 5 ha ottenuto molto più di tutti gli altri gruppi
  • Il gruppo 4 ha ottenuto molto di più rispetto ai gruppi 3 e 1
  • Il gruppo 2 ha ottenuto molto di più del gruppo 1

Più nello specifico:

  • 1° gruppo: solo il 43% ha raggiunto i propri obiettivi o era almeno a metà strada.
  • 4° gruppo: Il 62% ha raggiunto i propri obiettivi o era almeno a metà strada
  • 5° gruppo: il 76% ha raggiunto i propri obiettivi o era almeno a metà strada.
Mark Murphy

Lo studio di Mark Murphy

Un altro studio interessante è Il divario di genere e la definizione degli obiettivi” di Mark Murphy.

Lo studio di Murphy indaga se:

  • lo scrivere i propri obiettivi ne aiuti il raggiungimento
  • vi sia una differenza tra uomini e donne

Anche in questo caso i risultati dello studio dimostrano che il mettere gli obiettivi per iscritto ne facilita la realizzazione.

Inoltre, nel suddetto studio, gli uomini hanno raggiunto risultati leggermente migliori rispetto alle donne.

Mark Murphy aggiunge qualcosa di estremamente interessante. Riporto qui di seguito le sue esatte parole, tratte da un suo articolo pubblicato su Forbes.

Dall’articolo su Forbes di Mark Murphy

Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di valutare la domanda “Il mio obiettivo è descritto in modo così vivido in forma scritta (comprese immagini, foto, disegni, ecc.) che potrei letteralmente mostrarlo ad altre persone e loro saprebbero esattamente cosa sto cercando di ottenere?”

Purtroppo, meno del 20% delle persone ha affermato che i propri obiettivi erano “sempre” scritti in modo così vivido.

Descrivere vividamente i propri obiettivi in forma scritta è fortemente associato al successo degli obiettivi e le persone che descrivono o immaginano in modo molto vivido i propri obiettivi hanno da 1,2 a 1,4 volte più probabilità di raggiungere con successo i propri obiettivi rispetto alle persone che non lo fanno.

Questa è una differenza piuttosto grande nel raggiungimento degli obiettivi solo scrivendo i tuoi obiettivi su un pezzo di carta.

Quest’ultimo suggerimento di Mark Murphy, e cioè d’immaginare e descrivere i propri obiettivi in forma vivida, utilizzando anche immagini o altro, vedremo che è allineato alle caratteristiche che l’obiettivo deve avere secondo la Programmazione Neuro Linguistica.

In un prossimo articolo parleremo di quello che in PNL si chiama Obiettivo Ben Formato, e cioè di come bisogna definire l’obiettivo per poterlo trasformare in un risultato.

Una delle caratteristiche che il nostro obiettivo deve avere per poterlo chiamare “ben formato” è proprio quella di potercelo rappresentare attraverso i nostri cinque sensi; di poterlo “vedere, ascoltare, toccare” come se l’avessimo già realizzato.

Ma di tutto questo parleremo in un prossimo articolo. Per il momento andiamo a vedere insieme come mai è così determinante il fatto di mettere i propri obiettivi per iscritto.

Perché è importante?

Perché è importante?

A questo punto la domanda è: ma perché è così importante rendere tangibili i propri obiettivi scrivendoli? Qual è la differenza che fa la differenza?

Beh, ci sono diversi motivi. Lo stesso Mark Murphy, nel suo articolo “La neuroscienza spiega perché devi scrivere i tuoi obiettivi se vuoi davvero raggiungerli”, chiarisce che lo scrivere i propri obiettivi comporta due vantaggi:

  • l’archviazione esterna
  • la codifica

 

Archiviazione esterna

Archviazione esterna

L’archiviazione esterna è piuttosto ovvia; scrivendo “scarichi” le informazioni in un contenitore che ti consente di riaccedervi in modo puntuale, preciso e costante.

A tal proposito, Murphy scrive:

Non ci vuole un neuroscienziato per sapere che ricorderai qualcosa molto meglio se fissi un segnale visivo (noto anche come promemoria) ogni singolo giorno.

Una buona idea è quella di prendere nota dei tuoi obiettivi ed esporli là dove hai la certezza di poterli vedere ogni giorno.

Per esempio, se tu usassi un’agenda cartacea, potresti metterli, un po’ come un segnalibro, tra la pagina della giornata in corso e quella del giorno precedente.

Oppure, potresti attaccarli con una calamita alla porta del frigorifero o con una puntina su di una lavagna di sughero.

Insomma, la cosa importate è evitare di scriverli, metterli in un cassetto della scrivania e dimenticartene. Perciò ricorda di non dimenticare di vederli e rivederli ogni giorno 🙂

Codifica

Codifica

La codifica è ciò che accade nel cervello quando, attraverso i cinque sensi, percepiamo informazioni provenienti dall’ambiente esterno.

Come è facile immaginare, le informazioni in ingresso vengono trasferite ed elaborate simultaneamente da diverse parti del cervello. Tra queste vi è l’ippocampo, una struttura del cervello medio, o cervello emotivo.

L’ippocampo svolge un ruolo fondamentale nella formazione della memoria, e in modo particolare nella trasformazione della memoria a breve termine in memoria a lungo termine.

Potremmo dire che è quella parte del cervello che decide cosa vale la pena di immagazzinare nella memoria a lungo termine e cosa invece può “scartare”.

Sembra che, nel momento in cui ti prendi il tempo di svolgere la laboriosa azione di scrivere, è come se tu stessi dando al tuo ippocampo uno specifico messaggio: «Ehi, questo è importante!».

Di conseguenza “quella cosa importante” tenderà a essere immagazzinata nella memoria a lungo termine.

Generation effect

Generation Effect

Esiste un altro importante motivo che facilita la memorizzazione di ciò che mettiamo per iscritto.

Si tratta di un fenomeno conosciuto come “generation effect” o “effetto di generazione” che consiste nel semplice fatto che le persone ricordano meglio le informazioni che generano da sole piuttosto che qualcosa che leggono o ascoltano da altri.

Per esempio, diciamo che vuoi fare un viaggio e andare a visitare New York, perciò acquisti una bella guida e te la leggi tutta, dall’inizio alla fine.

Certamente ritterrai delle informazioni, ma se, invece di limitarti a leggere, creassi una mappa mentale delle cose più importanti da visitare, magari inserendo anche delle immagini dei luoghi, scrivendo osservazioni con parole tue, creando collegamenti tra le diverse destinazioni, disegnando dei “contrassegni” per identificare i luoghi simili, certamente ricorderesti molto di più.

Di nuovo, stai dando al tuo cervello l’indicazione che quelle informazioni sono importanti e devono essere ricordate.

Inoltre, nel momento in cui, invece di usare solo le parole, scegli di inserire delle immagini e di usare i colori, coinvolgi tutti i sensi e anche questo ti aiuta a ricordare.

In buona sostanza, quando si tratta di ricordare, più sensi coinvolgi e meglio è. È un’idea semplice ma non scontata, tanto è vero che nelle scuole, la maggior parte delle volte, non ne tengono conto!

Un suggerimento pratico- crea una mappa mentale o un video

Un suggerimento pratico:

crea un video o una mappa

mentale o uno storyboard

Quindi, pensa solo che quando generi il tuo obiettivo, puoi utilizzare i benefici dell’effetto di generazione e della codifica per ben due volte:

  1. quando generi il tuo obiettivo e crei un’immagine mentale nella tua mente, magari un’immagine dettagliata che coinvolga tutti i sensi. Più che di un’immagine sarebbe corretto parlare di una rappresentazione mentale. Una rappresentazione del tuo obiettivo/risultato che oltre all’immagine di come sarà comprenda anche i suoni e le sensazioni. Proprio come se tu lo avessi già raggiunto e lo stessi vivendo nella pienezza dell’esperienza;
  2. quano prendi nota del tuo obiettivo, descrivendolo con parole che ti coinvolgano emotivamente, arricchendolo con immagini, disegni, magari anche suoni. Per esempio, potresti creare uno story board o meglio ancora un video che rappresenti il tuo obiettivo realizzato, arricchito da una musica suggestiva e coinvolgente.

Perciò, rinnovo l’invito. Quando generi il tuo obiettivo, creane una vivida rappresentazione in qualche forma tangibile, coivolgendo il maggior numero possibile di sensi. Il risultato finale dovrebbe coinvolgerti ed emozionarti ogni volta che lo rivedi, creando così una “calamita” che ti attiri verso il tuo obiettivo.

Scrivere ti aiuta a chiarire i tuoi obiettivi

Scrivere ti aiuta

a chiarire i tuoi obiettivi

Infine, scrivere di da altri due vantaggi:

  1. ti aiuta a chiarire i tuoi obiettivi
  2. non ti da “margine di manovra”

Partiamo dal punto n. 1.

Quando metti i tuoi obiettivi per iscritto, in buona sostanza trasformi un’idea, spesso generata in modo vago e fumoso, in parole scritte nero su bianco.

Questa attività ti costringe a pensare alle informazioni di dettaglio, alle logiche che collegano un’idea a un’altra e le idee ai dati e alle informazioni.

Questo richiede un’elaborazione più lunga e laboriosa e quindi una maggiore memorizazione ma anche una più attenta verifica dell’obiettivo stesso.

Veniamo ora al punto n. 2: “non ti da margini di manovra”. Cosa significa? Che non puoi prenderti in giro da solo quando la tua motivazione diventa un po’ più fiacca. Quando cala la motivazione diventiamo tutti “smemorati”.

Diciamo che hai deciso di fare 15 minuti di esercizio fisico tre volte alla settimana. Inizi bene e poi qualcosa ti distrae, perdi il ritmo e le tre volte diventano due, poi una e poi te ne dimentichi del tutto.

Succede?

Le ruote della ruota della vita

Le ruote della ruota della vita

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Indice

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Famiglia
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Carriera - Lavoro
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Salute - Energia Fisica
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Situazione economico finanziaria
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Amici - Relazioni sociali
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Amore
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Atteggiamento - Energia mentale
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Divertimento
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Crescita - Apprendimento
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Creatività
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Spirito
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Contribuire

Le “ruote della ruota della vita” sono uno strumento per un’analisi di dettaglio della tua situazione attuale, del tuo “punto nave”.

Ti ricordi l’articolo precedente intitolato, “La ruota della vita”?

Quell’esercizio è servito a fare una prima “panoramica” generale dello stato delle cose, ed è propedeutico a quello che ti propongo qui.

 

Vedo di spiegarmi meglio:

  • con il primo esercizio “La ruota della vita”, hai ottenuto un’overview di ciò che sta accadendo nel momento presente e di come sei messo/a, nella diverse aree della tua vita, comunque tu abbia scelto di definirele;
  • ora entreremo più nel dettaglio: ogni area della ruota della vita definita nell’articolo precedente, è a sua volta una ruota che puoi suddividere in altre aree.

Qui di seguito, ti faccio qualche esempio pratico di come alcune aree della ruota della vita potrebbero venire a loro volta suddivise in altre sottocategorie e quindi altre ruote.

Famiglia

Le ruote della ruota della vita. Qualche esempio pratico: l'area famiglia

L’area “famiglia” della prima ruota, potrebbe a sua volta essere suddivisa in aree quali:

  • madre di Pietro
  • mamma di Giorgia
  • moglie di Alberto
  • figlia di Anna
  • figlia di Gianni
  • nipote di Giovanni

Per ognuna di queste relazioni potresti avere un grado di soddisfazione e obiettivi diversi.

Per esempio, potresti avere un livello di soddisfazione 10 nella relazione con tua figlia Giorgia, e nessun particolare nuovo obiettivo da porti nei suoi confronti.

Ma magari potresti avere un rapporto leggermente conflittuale con tuo figlio Pietro, che è proprio nella fase dell’adolescenza, ed è un po’ ribelle.

Forse nei confronti di Pietro ci sono delle cose che potresti fare per ridurre il conflitto e miglorare la relazione, e decidi quindi di porti degli obiettivi.

Con tua madre Anna potresti avere qualche frizione da risolvere mentre con tuo padre Gianni hai un rapporto idilliaco, e così via.

Ruota della vita da 6 spicchi

Carriera – Lavoro

Le ruote della ruota della vita: l'area carriera/lavoro

Quanti sono i ruoli, o le mansioni, che ricopri nello svolgimento del tuo lavoro quotidiano?

Ovviamente, ognuno di noi ha una situazione diversa dall’altro e non tutti ricoprono più funzioni.

Per esempio, nel mio caso, sono amministratore delegato, ma anche direttore didattico, e faccio il trainer e il coach.

Perciò le sottocategorie di questa “fetta di torta” potrebbero essere i ruoli o le mansioni che svolgi.

Ma le aree della nuova ruota potrebbero anche essere cose come:

  • quanto mi piace quello che faccio;
  • soddisfazione per il guadagno;
  • prospettive di carriera;
  • relazioni con i colleghi e superiori;
  • piacevolezza dell’ambiente;
  • facilità nel raggiungimento del luogo di lavoro.

Tieni anche presente che io ho messo “lavoro” e “carriera” nella stessa area della prima ruota della vita, ma tu potresti benissimo scegliere di creare, fin da subito, due aree distinte.

Salute – Energia fisica

Le ruote della ruota della vita. Salute-energia fisica

Certo, la salute non è sicuramente sotto il nostro pieno controllo.

Ma, allo stesso temmpo, è anche vero che ci sono numerose cose che possiamo fare per creare i presupposti per poter godere di

  • una buona salute;
  • un buon livello di energia.

Quindi, le sottocategorie di quest’area, le aree di questa nuova ruota, sono le attività che potrebbero avere un impatto sul livello energetico e sullo stato di salute:

  • attività fisica;
  • alimentazione;
  • sonno;
  • meditazione.

Sono tutti argomenti fondamentali per il benessere, l’efficacia e l’efficienza personali.

Per esempio, a proposito dei benefici dell’attività e dei danni dell’inattività fisica, riporto qui di seguito un passaggio tratto da un articolo pubblicato su NIH (National Library of Health).

Ruota della vita da 4 spicchi

«Confermiamo che esistono prove inconfutabili dell’efficacia di una regolare attività fisica nella prevenzione primaria e secondaria di diverse malattie croniche (es. malattie cardiovascolari, diabete, cancro, ipertensione, obesità, depressione e osteoporosi) e morte prematura»

Situazione economica e finanziaria

Le ruote della ruota della vita: situazione economica e finanziaria

In quest’area potresti prendere in considerazione categorie quali:

  • guadagni da reddito;
  • prospettive di aumento di guadagno;
  • fonti alternative di entrate;
  • ivestimenti mobiliari;
  • investimenti immobiliari;
  • trend delle spese;
  • capacità di risparmio;
  • controllo della tua situazione economico/finanziaria.
Ruota della vita da 8 spicchi

Amici – Relazioni sociali

Le ruote della ruota della vita: amici, relazioni sociali

In un articolo precedente, abbiamo visto quanto siano importanti le relazioni per il benessere personale.

Si tratta quindi di un’area alla quale dedicare particolare attenzione e, anche qui, hai diverse scelte disponibili.

Per esempio, potresti dividere quest’area in due ruote:

  • amici
  • contatti sociali

Potresti poi prendere la ruota “amici” e dividerala a sua volta in tante fette quanti sono i tuoi amici più stretti:

  • Adele
  • Annalisa
  • Giulio
  • Claudio
  • Silvia

I contatti sociali potrebbero essere suddivisi in tanti modi diversi.

Sempre e solo a titolo esemplificativo, contatti utili per:

  • il mio lavoro;
  • il lavoro di mio marito;
  • le attività scolastiche dei ragazzi;
  • le attività sportive dei ragazzi…

O magari potresti suddividerli sulla base della professione che i tuoi contatti svolgono:

  • giornalisti;
  • medici;
  • social media manager;
  • imprenditori;
  • celebrità;
  • influencer…

Oppure già nella tua prima ruota della vita avresti potuto impostare due aree distinte, una per gli amici e una per i contatti sociali, invece che un’unica area come ho fatto io.

Amore

Le ruote della ruota della vita: amore

Cosa intendi per “amore”?

Se per “amore” intendi la relazione sentimentale tra due persone, allora le “sotto aree” potrebbero essere:

  • comunanza di valori;
  • aspettative e visioni future condivise;
  • interessi comuni;
  • complicità;
  • intesa sessule;
  • comunicazione aperta.

Atteggiamento – Energia mentale

Le ruote della ruota della vita: atteggiamento

Nell’interpretazione di quest’area, come in quella di tutte le alre, puoi essere creativo.

Sicuramente però, almeno due sono gli aspetti da prendere in consdierazione:

  • stati d’animo;
  • convinzioni.

Perciò, questa fetta della prima torta potrebbe trasformarsi in due ruote:

Stati d’animo

Poniti qualche domanda:

  • «Come mi sveglio al mattino?»
  • «Di che umore sono nel corso della mia giornata tipo?»
  • «Mi sveglio di buon umore e pieno di energia?»
  • «Tendo a svegliarmi stanco e giù di morale?»
  • «Apro gli occhi e mi sento immediatamente teso e irritabile?»

Potresti disegnare una ruota composta da spicchi che corrispondano agli stati d’animo, o meglio ancora, agli stati “psicofisici” più comuni, e verificare così quali siano le tue domminanti:

  • energia;
  • stanchezza;
  • gioia;
  • tristezza;
  • curiosità;
  • noia.

Convinzioni

Abbiamo convinzioni su qualsiasi cosa:

  • noi stessi, la nostra intelligenza, il nostro aspetto fisico, le nostre capacità, etc.;
  • le altre persone;
  • la vita, etc.

A tal proposito, di nuovo, chiedi a te stesso/a:

  • «Tendenzialmente, vedo il bicchiere mezzo vuoto, mezzo pieno o vedo forse tanti bicchieri da poter riempire?»
  • «Che significati attribuisco a ciò che succede? In linea di massima sono significati potenzianti o depontenzianti?»
  • «Qual è la mia visione del mondo e delle persone?»
  • «Come vedo me stesso? Penso di essere Ok? Non ok? Dipende?»

Perciò, la tua nuova ruota potrebbe essere “Convinzioni su quanto/cosa/come”:

  • penso di valere come persona;
  • mi piaccio fisicamente;
  • penso della gente in generale;
  • vedo la vita;
  • affronto le difficoltà e i problemi.

 

Divertimento

Quando viaggi leggero puoi volare. Libera il tuo corpo dal peso superfluo

L’area divertimento potrebbe diventare una ruota suddivisa in tutte quelle attività che ti divertono.

Sempre e solo a titolo esemplificativo:

  • sci
  • viaggi
  • lettura
  • film e serie televisive
  • incontri con gli amici
  • yoga
  • giardinaggio
  • cucina
  • tennis
  • fotografia

Una volta chiarito che cos’è per te il “divertimento”, crea una ruota nella quale ogni spicchio è relativo a un’attività.

Poi, per ognuna delle aree, identifica il tuo grado di soddisfazione chiedendo a te stesso/a:

  • «Quanto tempo dedico a queste attività?»
  • «Cosa potrei fare per vivere maggiormente quest’area, mantenendo il giusto equilibrio con tutto il resto?»

Potresti scoprire, per esempio, che la cosa che ti piace più di tutte, lo sci, non lo pratichi da tre anni, e programmare quindi un weekend in montagna.

 

Crescita – Apprendimento

Le ruote della ruota della vita: crescita - apprendimento

Poniti le seguenti domande:

  • «Che cosa ho imparato di nuovo?»
  • «Quali nuove competenze acquisisco nel corso della mia esperienza quotidiana?»
  • «Sono bloccato nella mia “zona di confort” o mi alleno a uscirne quotidianamente?»

Le arre di questa nuova ruota, potrebbero essere rappresentate da qualisasi tipo di nuovo apprendimento:

  • abilità pratiche;
  • soft skills;
  • nuove esperienze di vita.

Abilità “pratiche”

Potrebbe trattarsi di qualsiasi nuova competenza “pratica”.

Per esempio:

  • usare Photoshop;
  • imparare a sciare;
  • frequentare un corso di floricoltura, etc…

Soft skills

Tutte quelle consapevolezze e abilità che hanno a che fare con la tua crescita come essere umano, con il tuo saper “essere nel mondo”.

Cose come:

  • gestire efficacemente gli “stati interni”;
  • migliorare la relazione con gli altri;
  • saper fare le domande per capire e guidare le altre persone;
  • intraprendere un percorso di Qi Gong.

Nuove esperienze di vita

Esperienze nuove, mai fatte prima, che sono fuori dalla tua zona di confort:

  • viaggiare da solo;
  • fare vita sociale;
  • andare al ristorante da solo.

Creatività

Le ruote della ruota della vita: creatività

Secondo la definizione del Merriam-Webster, creatività significa: “l’abilità di creare”.

Il Cambridge Dictionary, la definisce come: “la capacità di produrre o utilizzare idee originali e insolite”.

Aprendo Google e scrivendo “creatività” in italiano, la prima definizione che esce è: “capacità produttiva della ragione o della fantasia, talento creativo, inventiva”.

Nella pratica, a grandi liene, possiamo pensare alla creatività come alla capacità di:

  • generare nuove idee;
  • creare nuovi oggetti;
  • usare idee e/o cose vecchie in modi nuovi.

Un articolo pubblicato sul sito di Brightwater, parla dei benefici della creatività, dicendo che:

 

La creatività migliora:

  • l’umore;
  • l’autostima;
  • le funzioni cognitive;
  • la vita e le relazioni sociali;

La creatività allevia:

  • lo stress e l’ansia.

Quindi, anche questa è un’area estremamente importante, che andrebbe curata con attenzione. Ne parleremo più approfonditamente in articoli successivi.

Anche in questo caso, come sempre, ti chiedo di porti un paio di domande:

  • «C’è creatività nella mia vita?»
  • «Come e in quanti modi sono creativo?»

Potresti esserlo in un’infinità di modi diversi. Solo a titolo esemplificativo, c’è chi esprime la propria creatività:

  • fotografando;
  • dipingendo;
  • scrivendo;
  • suonando o scrivendo musica;
  • cucinando;
  • facendo giardinaggio;
  • creando progetti…

E la lista potrebbe andare avanti quasi all’infinito.

Perciò, assicurati che la tua “ruota della creatività” comprenda almeno un paio di aree relative a un qualche tipo di attività creativa.

La creatività è sicuramente uno dei modi per esprimere la propria “autorealizzazione”.

Spirito

Le ruote della ruota della vita: spirito

La spiritualità è qualcosa di cui si parla spesso e che viene, altrettanto spesso, fraintesa.

Molti pensano che spiritualità e religione siano praticamente sinonimi, che siano la stessa cosa, ma così non è.

La religione è un insieme specifico di convinzioni e pratiche organizzate, generalmente condivise da una comunità o da un gruppo.

La Spiritualità è una pratica più individuale e ha a che fare con un senso di pace e scopo.

Ha a che fare anche con le convinzioni sul significato della vita e sulla connessione con sé stessi, con gli altri e/o addirittura con il creato intero.

Ma perché abbiamo bisogno di una “dimensione spirituale” nella nostra vita?

Per esperienza diretta, tutti noi sappiamo molto bene che la vita non è sempre “rose e fiori”.

Per tutti noi ci sono momenti belli e momenti brutti, opportunità e limiti, momenti di picco e momenti di valle.

La spiritualità è un modo per acquisire una nuova prospettiva e per cercare conforto e pace:

  • aiuta a riconoscere che il tuo ruolo nella vita ha un valore maggiore di quello che fai ogni giorno;
  • consente di comprendere lo scopo più grande della tua esistenza;
  • solleva dalla dipendenza dalle cose materiali;
  • aiuta ad affrontare il cambiamento o l’incertezza.

Come puoi coltivare la tua spiritualità?

Ognuno ha il proprio modo, che cambia in funzione della personale visione della spiritualità.

Potrebbe essere:

  • la meditazione;
  • la preghiera;
  • una passeggiata in mezzo alla natura;
  • lo yoga;
  • un semplice momento di silenzio…

E tanto altro acora.

Contribuire

Le ruote della ruota della vita: contribuire

«We make a living by what we get. We make a life by what we give»
Winston Churchill

Contribuire significa semplicemente donare, senza aspettarsi necessariamente nulla in cambio.

Le persone di maggior successo sentono il bisogno di contribuire in qualche modo, di restituite alla comunità quello che la comunità ha loro permesso di ottenere.

Certo, ne hanno dei benefici in ritorno, in termini di sgravi fiscali e di visibilità, ma questo non signfica che non abbiano anche uno scopo più elevato, tanto per sé stessi, quanto per  gli altri.

Non c’è bisogno di essere ricchi per essere utili agli altri, perché contribuire non significa necessariamente donare denaro.

Possiamo donare qualsiasi cosa: tempo, competenze, informazioni, azioni di aiuto e sostegno.

Anche egoisticamente parlando, sappi che il fare qualcosa per gli altri produce benefici per tutti, sia per chi riceve che per chi da.

E, proprio di questi benefici per tutti, parla un working paper della Harvard Business School.

L’articolo fa riferimento a numerosi studi e ricerche estremamente interessanti.

Qui sotto ne riporto solo qualche breve estratto.

Se l’argomento ti interessa, ti suggerisco di leggere l’intero articolo, per tutti i riferimenti del caso.

Le persone più felici danno di più

Le persone che si sentono bene, sono più propense a fornire aituto.

In uno studio sperimentale, Isen e Levin (1972),  hanno dimostrato che dopo aver sperimentato eventi positivi, i partecipanti erano più propensi ad aiutare gli altri.

Dare rende le persone più felici

La risonanza magnetica funzionale (fMRI) dimostra che donare denaro in beneficenza porta a una maggiore attività cerebrale nelle regioni implicate nell’esperienza del piacere e della ricompensa.

In uno studio condotto da Harbaugh, Mayr e Burghart (2007) è stata registrata l’attività neurale mentre i partecipanti decidevano come dividere una somma di denaro.

I risultati hanno mostrato che le donazioni della somma originaria hanno portato all’attivazione di una regione del cervello associata agli stimoli gratificanti (Aharon et al. ., 2001; Vartanian & Goel, 2004; vedi Elliott, Friston, & Dolan, 2000).

Se tutto ciò non bastasse a convincerti dell’importanza di quest’area, sappi che la “nuova scienza” dimostra che, a livello energetico, siamo tutti connessi.

A questo proposito ti suggerisco di leggere “Il legame quantico” di Lynne McTaggart.

Perciò, in base di tutte queste considerazioni, potremmo riassumere dicendo che, il contribuire è una parte essenziale dell’esperienza umana, e che produce numerosi benefici, quali:

  • contribuisce al senso di benessere;
  • migliora l’umore;
  • porta equilibrio nella vita;
  • rafforza i legami e aiuta a costruire relazioni;
  • accresce il senso di scopo;
  • rafforza l’autostima e la percezione del proprio valore.

Di conseguenza, se tu avessi per caso questa ruota “sgonfia”, pensaci e chiediti:

  • «Che cosa faccio per contribuire?»
  • «Cosa potresti fare per contribuire?»
La situazione attuale: la ruota della vita

La situazione attuale: la ruota della vita

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Indice

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Fai un'istantanea della tua situazione attuale
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Disegna la ruota
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Le aree della ruota della vita
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Completa la ruota
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La visione immediata della situazione attuale
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L'equilibrio
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Poniti degli obiettivi

Fai un’istantanea della tua situazione attuale

La situazione attuale: la ruota della vita. Fai un'istantanea della tua situazione attuale

Nella consapevolezza dell’importanza di avere una direzione, una volta fatta chiarezza su dove desideri andare, è il momento di fare il punto nave e cominciare a esplorare la situazione attuale.

A tal proposito ti propongo un esercizio semplicissimo, che si chiama “La Ruota della Vita”.

La ruota della vita è un esercizio che ti consente di fare una prima fotografia di come sei messo/a nelle diverse aree della tua vita, così da avere una visione d’insieme di quello che sta funzionando bene e di quello che invece non sta funzionando come dovrebbe.

La ruota della vita: uno strumento di coaching

Tra l’altro, la ruota della vita è uno strumento molto utilizzato nel coaching.

Il compito fondamntale di un coach è quello di aiutare qualquno a sviluppare consapevoleaa e responsabilità.

La ruota della vita aiuta proprio a sviluppare consapevolezza della situazione attuale.

Disegna la ruota

La situazione attuale: la ruota della vita. Disegna la ruota

La prima cosa da fare è molto semplice.

Si tratta di disegnare una ruota e dividerla in spicchi, che corrispondono alle diverse aree che compongono la tua vita.

Puoi scegliere di dividere la tua ruota nel numero di spicchi, e relative aree, che ritieni essere significative per te: possono essere quattro, sei, otto, dodici o anche di più.

Detto ciò, il buonsenso suggerisce che se tu avessi davvero solo quattro aree per te significative, forse dovresti cominciare a porti delle domande, perché sono evidentemente troppo poche.

Tieni anche presente che a ogni area e relativa “etichetta linguistica”, puoi attribuire il significato più appropriato per te.

Per esempio, per qualcuno “amore” potrebbe signifcare la relazione sentimentale tra un uomo e una donna, mentre l’amore per i figli potrebbe rientrare nell’area famiglia.

Per qualcun “amore” altro potrebbe comprendere invece l’amore per i figli, la famiglia, gli amici.

Oppure qualcuno potrebbe voler distinguere tra situazione economica e finanziaria.

Ci sono persone che preferiscono distinguere “amicizia” da “relazioni sociali”.

Qui sotto ti suggerisco delle distinzioni che naturalemente puoi personalizzare a tuo piacimento.

La cosa importante è accertarsi che i diversi “spicchi della torta”, nel loro insieme, vadano a ricoprire tutte le aree significative della tua vita.

Le aree della ruota della vita

La situazione attuale: la ruota della vita. Le aree della ruota della vita

Di seguito ti propongo una ruota divisa in 12 spicchi/aree, che qui ti descrivo brevemente.

A breve, in un articolo successivo, troverai delle descrizioni più dettagliate di ogni singola area.

Salute / Energia fisica

Qual è il tuo livello medio di energia? Come ti svegli di solito la mattina? Sei carico e pronto a partire o ti svegli stanco e svogliato?

Atteggiamento / Energia mentale

Sei una persona che normalmente ha un atteggiamento positivo o sei quasi sempre arrabbiato o giù di corda?

Famiglia

Quanto sei mediamente soddisfatto delle relazioni con la tua famiglia?

Amici / Relazioni Sociali

Quanti amici e quanti contatti sociali hai? Di che qualità?

Amore

Sei attualmente in una relazione? Se si, quanto sei soddisfatto?

Carriera / Lavoro

Ti piace quello che fai? Quanto sei soddisfatto della tua attività professionale?  Quali sono le prospettive di crescita? Come sono le tue relazioni sul lavoro?

Finanze

Sei soddisfatto dei tuoi guadagni? Sono sufficienti a garantirti lo stile di vita che desideri? Quanto spendi e quanto risparmi? Per esempio, ci sono persone che guadagnano tanto ma spendono tutto e si ritrovano in una situazione finanziaria instabile.

Crescita / Apprendimento

Quanto stai crescendo? Quante nuove abilità stai acquisendo? Quanto impari e quanto evolvi come essere umano?

Divertimento

Lasci spazio al divertimento? Quanto ciò che fai ti fa sentire bene, ti rallegra, ti fa sentire leggero, ti distrae dalle preoccupazioni quotidiane?

Creatività

Cosa fai per esprimere te stesso?

Spiritualità

La relazione che ognuno di noi ha con i sistemi più ampi di cui fa parte.

Tieni presente che religione e spiritualità non sono affatto la stessa cosa, anche se per qualcuno, certametne, potrebbero esserlo.

Per il momento attribuisci a questa parola il signficato che ha per te.

Contribuire

Le persone di maggior successo fanno qualcosa per qualcuno senza aspettarsi di averne un ritorno. Tu cosa fai?

Completa la ruota

La situazione attuale: la ruota della vita. Completa la ruota

Una volta divisa la tua ruota in spicchi e assegnate le aree, disegna dei cerchi concentrici, immaginando che il cerchio più interno rappresenti il numero 1 e che il cerchio più esterno rappresenti il numero 10. Ti troverai con un’immagine di questo tipo:

I cerchi concentrici

Questi cerchi concentrici rappresentano graficamente il tuo grado di soddisfazione rispetto a ognuna delle aree.

Il valore “1” significa che sei totalmente insoddisfatto, il valore “10” significa che sei pienamente soddisfatto mentre il valore “6”, proprio come a scuola, è appena la sufficienza.

Definisci il tuo livello di soddisfazione

Quindi ora, per ogni area, definisci il tuo livello di soddisfazione attuale.

Per esempio, pensando all’area crescita/apprendimento, quanto sei soddisfatto?  Quanto stai crescendo? Quante cose nuove stai imparando? Quante nuove competenze stai acquisendo?

Agisci d’istinto

Almeno in prima battuta, agisci d’istinto e utilizza il primo numero che compare nella tua testa, puoi sempre raffinare il lavoro successivamente.

Fai una prima valutazione “media”

La tua valutazione per ognuna delle aree è ancora una valutazione “generica”, potremmo dire il frutto di una media che fai.

Tieni presente che ogni spicchio, ogni area, potrebbe rappresentare a sua volta una ruota. Di questo parleremo in un prossimo articolo.

Per farti un esempio pratico, nell’area famiglia evidentemente sono comprese le relazioni con più persone. Con qualcuna di queste potresti avere una relazione da “10” e con altre una relazione da “1”. Per ora fai la tua valutazione basandoti sulla tua percezione dell’andamento generale delle relazioni familiari.

Tieni conto del tuo livello di soddisfazione attuale

Soprattutto, definisci il punteggio in funzione del tuo reale livello di soddisfazione personale e non in funzione di ciò che pensi che dovrebbe essere!

Colora gli spicchi

Procedi colorando ogni spicchio della ruota in base al punteggio da te scelto: se tu fossi totalmente soddisfatto di un’area e avessi quindi assegnato un punteggio 10, dovresti colorarla tutta. Qualora invece il punteggio di un’altra area fosse per esempio 3, dovresti colorare solo i primi tre cerchi interni di quello spicchio.

Otterrai un’immagine di questo tipo:

La situazione desiderata: la ruota della vita

La visione immediata della situazione attuale

La situazione attuale: la ruota della vita. La visione immdediata della situazione attuale

In questo modo avrai sotto gli occhi una rappresentazione grafica, sintetica e immediata, della tua situazione attuale e del tuo livello di soddisfazione per ogni area della tua vita.

Quello che normalmente succede alla maggior parte delle persone è che si ritrovano di fronte una ruota con alcune aree di grande soddisfazione, altre di scarsissima soddisfazione, e magari qualche area che si trova proprio nel mezzo, proprio come nell’immagine qui sopra riportata.

Quasi sempre le aree che manifestano un alto grado di insoddisfazione sono quelle che nella vita di tutti i giorni trascuriamo di più, mentre le aree che manifestano un alto grado di soddisfazione sono quelle sulle quali ci focalizziamo maggiormente e alle quali dedichiamo più tempo.

L’equilibrio

La situazione attuale: la ruota della vita. L'equilibrio

Lo scopo di questo esercizio è duplice:

  • matuare la consapevolezza dello stato delle cose
  • creare un equilibrio nuovo e migliore

Inoltre, l’esercizio ti aiuta anche a stabilire le priorità e, di conseguenza le scelte e gli obiettivi.

Parlando di equilibrio, immagina che la ruota della vita sia la ruota della tua bicicletta. Andresti in giro con una ruota gonfia in alcuni punti e sgonfia in altri? Probabilmente no!

Quello che vuoi ottenere è un equilibrio tra le varie aree e quello che vuoi evitare è di avere alune aree con un punteggio molto alto e altre con un punteggio bassissimo.

Questo starebbe a significare che la tua vita è sbilanciata.

Ricorda inoltre che l’equilibrio tra le diverse parti della propria vita è un fatto assolutamente personale e unico.

Non è necessario avere 10 in ogni area.

Per stare bene con se stesse, alcune persone hanno bisogno di darsi 10 nell’area “Benessere fisico / Forma fisica”, altri potrebbero felicemente accontentarsi di un 7.

L’equilibrio deve essere valutato nel tempo. Una verifica regolare, attraverso la ripetizione di questo esercizio, può evidenziare schemi utili e aiutarti a conoscere ancora di più te stesso.

Poniti degli obiettivi

La situazione attuale: la ruota della vita. Poniti degli obiettivi

Concentrati su quelle aree nelle quali ritieni di voler operare dei cambiamenti e per ognuna di queste fissa 2/3 obiettivi in modo semplice e veloce.

Non ti sto chiedendo di fissare obiettivi importanti e di farlo in modo ben formato.

Ti sto chiedendo di fare un piccolo “Brain storming” e di pensare anche solo a piccole cose.

Per esempio, per l’area crescita e apprendimento, potrebbe essere “Cercare su internet un insegnante madre lingua inglese per fare un’ora di conversazione alla settimana”.

Per l’area divertimento potrebbe essere: “Organizzare una cena con gli amici una volta ogni 15 giorni”

Per l’area relazioni, potrebbe essere: “Passare a trovare i miei genitori per un’oretta almeno una volta alla settimana”

Cose semplici e immediatamente realizzabili, così da cominciare in integrare nuove abitudini che nel tempo contribuiranno a riportare equilibrio.

Per concludere, quello che mi sento di dirti è che piccoli momenti di riflessione certamente richiedono un po’ del tuo tempo, ma altrettanto certamente possono contribuire a migliorare la qualità della tua vita.

Naturalmente questo è solo un primo intervento “d’urgenza”, che ti consente di mettere in moto rapidamente un cambiamento.

La ruota della vita è uno strumento semplice ma versatile, che ti aiuterà a fare ragionamenti utili per il tuo benessere.

Di tutto questo parleremo in articoli successivi.