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Metti i tuoi obiettivi per iscritto
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Perché è importante?

Partiamo dal titolo: “rendi tangibili i tuoi obiettivi”. Cosa significa? Perché è importante?

Ci sono diversi motivi per i quali è di fondamentale importanza rendere tangibili i propri obiettivi, e questi motivi possiamo facilmente comprenderli pensando alla nostra esperienza quotidiana.

Nella vita di tutti i giorni, a volte “ci vengono in mente delle idee”, idee brillanti che potrebbero fare la differenza, ma che, così come sono arrivate, scompaiono nel tritacarne della quotidianità.

Altre volte, queste idee si materializzano in obiettivi definiti in modo leggermente più specifico delle idee che si smaterializzano nel tritacarne, ma non abbastanza specifico da potersi trasformare in risultati.

Insomma,  spesso, molto semplicemente, “perdiamo di vista” i nostri obiettivi.

Perciò, la prima cosa da fare è quella di fissarli, così che non si dissolvano nella polvere sollevata dai mille impegni quotidiani.

Metti i tuoi obiettivi per iscritto

Metti i tuoi obiettivi per iscritto

Per poter fissare i tuoi obiettivi, così che non vengano “silenziati” dal rumore di sottofondo degli innumerevoli pensieri che scorrono continuamente all’interno della tua mente, tutto quello che devi fare è prenderne nota, scriverli.

E questa è un’idea ben conosciuta; tanto semplice da dire e tanto “difficile” da fare, quantomeno, difficile da fare su basi costanti.

Diversi studi e ricerche dimostrano che gli obiettivi messi per iscritto hanno la curiosa tendenza a trasformarsi più facilmente in risultati tangibili e reali nelle nostre vite.

Non sorprende inoltre che alcuni di questi studi dimostrino anche che nel momento in cui ci creiamo una rappresentazione tangibile e “sensory based” del nostro obiettivo, questa aumenti ancora la probabilità che l’obiettivo venga raggiunto.

Harvard-University

Uno studio

della

Harvard University

Potresti aver sentito parlare di un famoso sondaggio, svoltosi presso l’Università di Harvard su di una classe di studenti del MBA del 1979.

I ricercatori chiesero agli studenti: «Hai fissato obiettivi chiari e scritti per il tuo futuro e hai pianificato di raggiungerli?»

Il sondaggio rivelò che:

  • l’83% non aveva alcun obiettivo
  • il 14% aveva obiettivi o progetti ma non li aveva scritti
  • solo il 3% aveva scritto i propri obiettivi

Gli studenti vennero monitorati nel tempo e, a distanza di 20 anni, i ricercatori verificarono che:

  • il 3% delle persone con obiettivi scritti aveva un patrimonio netto più alto rispetto al restante 97%. Più precisamente, quel 3% ha guadagnato dieci volte tanto rispetto agli altri.
  • il 14% con obiettivi non scritti ha guadagnato il doppio dell’83% senza obiettivi.

Ora numerose fonti dicono che il sondaggio sia un mito e che non sia mai stato svolto.

Per esempio il “Goal Research Summary” di una ricerca condotta presso la Dominican University of California dalla Professoressa Gail Matthews, a proposito del suddetto studio, riporta che:

Bene, si scopre che questo “studio” è semplicemente un “mito urbano”, poiché ampie revisioni della letteratura di ricerca da parte mia e di Steven Kraus (uno psicologo sociale di Harvard), così come i rapporti investigativi della rivista Fast Company hanno rivelato che nessun tale studio era mai stato fatto!

Nonostante ciò, altri studi attestano l’importanza del mettere i propri obiettivi per iscritto.

dominican-university-of-california

Uno studio

della Dominican

University of California

Un altro studio interessante è quello svoltosi presso la Dominican University of California (un altro link relativo a questo studio)

Lo studio è stato condotto dall dottoressa Gail Matthews, professore presso il Dipartimento di Psicologia della Repubblica Dominicana presso la School of Arts, Humanities and Social Sciences.

Lo scopo dello studio era quello di verificare se il raggiungimento degli obiettivi fosse influenzato da diversi fattori:

  • mettere gli obiettivi per iscritto
  • l’impegno in azioni mirate
  • la responsabilità per tali azioni

La Matthews ha reclutato 267 partecipanti da un’ampia varietà di aziende, organizzazioni e gruppi di networking sia negli Stati Uniti che all’estero e di un’età compresa tra 23 e 72 anni che rappresentavano un ampio spettro di background.

I partecipanti vennero poi suddivisi, a caso, in 5 gruppi:

  • il primo gruppo doveva pensare ai propri obiettivi e valutarli in base a diversi fattori, ma non doveva scriverli. I gruppi 2, 3, 4 e 5 dovevano fare la stessa cosa, ma con delle differenze
  • il secondo gruppo doveva scrivere i propri obiettivi
  • il terzo gruppo, oltre a scrivere i propri obiettivi doveva anche impegnarsi a svolgere alcune specifiche attività per poterli raggiungere
  • il quarto gruppo, oltre a scrivere i propri obiettivi e impegnarsi a svolgere specifiche azioni, doveva anche comunicare obiettivi e impegni a una persona “di supporto”
  • il quinto gruppo, oltre a fare le stesse cose del quarto gruppo, doveva anche inviare alla persona di supporto le informazioni relative ai propri progressi verso gli obiettivi tutte le settimane.

I risultati dello studio

Cominciamo con una prima “overview” dei risultati dello studio:

  • il gruppo 5 ha ottenuto molto più di tutti gli altri gruppi
  • Il gruppo 4 ha ottenuto molto di più rispetto ai gruppi 3 e 1
  • Il gruppo 2 ha ottenuto molto di più del gruppo 1

Più nello specifico:

  • 1° gruppo: solo il 43% ha raggiunto i propri obiettivi o era almeno a metà strada.
  • 4° gruppo: Il 62% ha raggiunto i propri obiettivi o era almeno a metà strada
  • 5° gruppo: il 76% ha raggiunto i propri obiettivi o era almeno a metà strada.
Mark Murphy

Lo studio di Mark Murphy

Un altro studio interessante è Il divario di genere e la definizione degli obiettivi” di Mark Murphy.

Lo studio di Murphy indaga se:

  • lo scrivere i propri obiettivi ne aiuti il raggiungimento
  • vi sia una differenza tra uomini e donne

Anche in questo caso i risultati dello studio dimostrano che il mettere gli obiettivi per iscritto ne facilita la realizzazione.

Inoltre, nel suddetto studio, gli uomini hanno raggiunto risultati leggermente migliori rispetto alle donne.

Mark Murphy aggiunge qualcosa di estremamente interessante. Riporto qui di seguito le sue esatte parole, tratte da un suo articolo pubblicato su Forbes.

Dall’articolo su Forbes di Mark Murphy

Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di valutare la domanda “Il mio obiettivo è descritto in modo così vivido in forma scritta (comprese immagini, foto, disegni, ecc.) che potrei letteralmente mostrarlo ad altre persone e loro saprebbero esattamente cosa sto cercando di ottenere?”

Purtroppo, meno del 20% delle persone ha affermato che i propri obiettivi erano “sempre” scritti in modo così vivido.

Descrivere vividamente i propri obiettivi in forma scritta è fortemente associato al successo degli obiettivi e le persone che descrivono o immaginano in modo molto vivido i propri obiettivi hanno da 1,2 a 1,4 volte più probabilità di raggiungere con successo i propri obiettivi rispetto alle persone che non lo fanno.

Questa è una differenza piuttosto grande nel raggiungimento degli obiettivi solo scrivendo i tuoi obiettivi su un pezzo di carta.

Quest’ultimo suggerimento di Mark Murphy, e cioè d’immaginare e descrivere i propri obiettivi in forma vivida, utilizzando anche immagini o altro, vedremo che è allineato alle caratteristiche che l’obiettivo deve avere secondo la Programmazione Neuro Linguistica.

In un prossimo articolo parleremo di quello che in PNL si chiama Obiettivo Ben Formato, e cioè di come bisogna definire l’obiettivo per poterlo trasformare in un risultato.

Una delle caratteristiche che il nostro obiettivo deve avere per poterlo chiamare “ben formato” è proprio quella di potercelo rappresentare attraverso i nostri cinque sensi; di poterlo “vedere, ascoltare, toccare” come se l’avessimo già realizzato.

Ma di tutto questo parleremo in un prossimo articolo. Per il momento andiamo a vedere insieme come mai è così determinante il fatto di mettere i propri obiettivi per iscritto.

Perché è importante?

Perché è importante?

A questo punto la domanda è: ma perché è così importante rendere tangibili i propri obiettivi scrivendoli? Qual è la differenza che fa la differenza?

Beh, ci sono diversi motivi. Lo stesso Mark Murphy, nel suo articolo “La neuroscienza spiega perché devi scrivere i tuoi obiettivi se vuoi davvero raggiungerli”, chiarisce che lo scrivere i propri obiettivi comporta due vantaggi:

  • l’archviazione esterna
  • la codifica

 

Archiviazione esterna

Archviazione esterna

L’archiviazione esterna è piuttosto ovvia; scrivendo “scarichi” le informazioni in un contenitore che ti consente di riaccedervi in modo puntuale, preciso e costante.

A tal proposito, Murphy scrive:

Non ci vuole un neuroscienziato per sapere che ricorderai qualcosa molto meglio se fissi un segnale visivo (noto anche come promemoria) ogni singolo giorno.

Una buona idea è quella di prendere nota dei tuoi obiettivi ed esporli là dove hai la certezza di poterli vedere ogni giorno.

Per esempio, se tu usassi un’agenda cartacea, potresti metterli, un po’ come un segnalibro, tra la pagina della giornata in corso e quella del giorno precedente.

Oppure, potresti attaccarli con una calamita alla porta del frigorifero o con una puntina su di una lavagna di sughero.

Insomma, la cosa importate è evitare di scriverli, metterli in un cassetto della scrivania e dimenticartene. Perciò ricorda di non dimenticare di vederli e rivederli ogni giorno 🙂

Codifica

Codifica

La codifica è ciò che accade nel cervello quando, attraverso i cinque sensi, percepiamo informazioni provenienti dall’ambiente esterno.

Come è facile immaginare, le informazioni in ingresso vengono trasferite ed elaborate simultaneamente da diverse parti del cervello. Tra queste vi è l’ippocampo, una struttura del cervello medio, o cervello emotivo.

L’ippocampo svolge un ruolo fondamentale nella formazione della memoria, e in modo particolare nella trasformazione della memoria a breve termine in memoria a lungo termine.

Potremmo dire che è quella parte del cervello che decide cosa vale la pena di immagazzinare nella memoria a lungo termine e cosa invece può “scartare”.

Sembra che, nel momento in cui ti prendi il tempo di svolgere la laboriosa azione di scrivere, è come se tu stessi dando al tuo ippocampo uno specifico messaggio: «Ehi, questo è importante!».

Di conseguenza “quella cosa importante” tenderà a essere immagazzinata nella memoria a lungo termine.

Generation effect

Generation Effect

Esiste un altro importante motivo che facilita la memorizzazione di ciò che mettiamo per iscritto.

Si tratta di un fenomeno conosciuto come “generation effect” o “effetto di generazione” che consiste nel semplice fatto che le persone ricordano meglio le informazioni che generano da sole piuttosto che qualcosa che leggono o ascoltano da altri.

Per esempio, diciamo che vuoi fare un viaggio e andare a visitare New York, perciò acquisti una bella guida e te la leggi tutta, dall’inizio alla fine.

Certamente ritterrai delle informazioni, ma se, invece di limitarti a leggere, creassi una mappa mentale delle cose più importanti da visitare, magari inserendo anche delle immagini dei luoghi, scrivendo osservazioni con parole tue, creando collegamenti tra le diverse destinazioni, disegnando dei “contrassegni” per identificare i luoghi simili, certamente ricorderesti molto di più.

Di nuovo, stai dando al tuo cervello l’indicazione che quelle informazioni sono importanti e devono essere ricordate.

Inoltre, nel momento in cui, invece di usare solo le parole, scegli di inserire delle immagini e di usare i colori, coinvolgi tutti i sensi e anche questo ti aiuta a ricordare.

In buona sostanza, quando si tratta di ricordare, più sensi coinvolgi e meglio è. È un’idea semplice ma non scontata, tanto è vero che nelle scuole, la maggior parte delle volte, non ne tengono conto!

Un suggerimento pratico- crea una mappa mentale o un video

Un suggerimento pratico:

crea un video o una mappa

mentale o uno storyboard

Quindi, pensa solo che quando generi il tuo obiettivo, puoi utilizzare i benefici dell’effetto di generazione e della codifica per ben due volte:

  1. quando generi il tuo obiettivo e crei un’immagine mentale nella tua mente, magari un’immagine dettagliata che coinvolga tutti i sensi. Più che di un’immagine sarebbe corretto parlare di una rappresentazione mentale. Una rappresentazione del tuo obiettivo/risultato che oltre all’immagine di come sarà comprenda anche i suoni e le sensazioni. Proprio come se tu lo avessi già raggiunto e lo stessi vivendo nella pienezza dell’esperienza;
  2. quano prendi nota del tuo obiettivo, descrivendolo con parole che ti coinvolgano emotivamente, arricchendolo con immagini, disegni, magari anche suoni. Per esempio, potresti creare uno story board o meglio ancora un video che rappresenti il tuo obiettivo realizzato, arricchito da una musica suggestiva e coinvolgente.

Perciò, rinnovo l’invito. Quando generi il tuo obiettivo, creane una vivida rappresentazione in qualche forma tangibile, coivolgendo il maggior numero possibile di sensi. Il risultato finale dovrebbe coinvolgerti ed emozionarti ogni volta che lo rivedi, creando così una “calamita” che ti attiri verso il tuo obiettivo.

Scrivere ti aiuta a chiarire i tuoi obiettivi

Scrivere ti aiuta

a chiarire i tuoi obiettivi

Infine, scrivere di da altri due vantaggi:

  1. ti aiuta a chiarire i tuoi obiettivi
  2. non ti da “margine di manovra”

Partiamo dal punto n. 1.

Quando metti i tuoi obiettivi per iscritto, in buona sostanza trasformi un’idea, spesso generata in modo vago e fumoso, in parole scritte nero su bianco.

Questa attività ti costringe a pensare alle informazioni di dettaglio, alle logiche che collegano un’idea a un’altra e le idee ai dati e alle informazioni.

Questo richiede un’elaborazione più lunga e laboriosa e quindi una maggiore memorizazione ma anche una più attenta verifica dell’obiettivo stesso.

Veniamo ora al punto n. 2: “non ti da margini di manovra”. Cosa significa? Che non puoi prenderti in giro da solo quando la tua motivazione diventa un po’ più fiacca. Quando cala la motivazione diventiamo tutti “smemorati”.

Diciamo che hai deciso di fare 15 minuti di esercizio fisico tre volte alla settimana. Inizi bene e poi qualcosa ti distrae, perdi il ritmo e le tre volte diventano due, poi una e poi te ne dimentichi del tutto.

Succede?

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