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Indice

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L'importanza delle relazioni nella società contemporanea
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I benefici
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Qualche dato
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Gli effetti dell’isolamento sociale
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L’isolamento sociale oggi
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Le considerazioni di Jacqueline Olds
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Possiamo scegliere

L’importanza delle relazioni è un argomento talmente ovvio che, nel dirlo, viene quasi da sorridere con condiscendenza.

Allo stesso tempo è anche vero che, come tutti noi sappiamo, molto spesso sull’ovvio si fanno dei grandi scivoloni, si cade e si sbatte la testa.

Spesso, non prestiamo la dovuta attenzione a ciò che è ovvio proprio perché… è ovvio!

E quando non prestiamo la dovuta attenzione a qualcosa, ecco che commettiamo degli errori e finiamo per incasinarci da soli.

L’importanza delle relazioni nella società contemporanea

L'importanza delle relazioni: la società contemporanea

Quindi, da che mondo è mondo, le relazioni personali sono importanti, lo sono sempre state e sempre lo saranno.

Tuttavia, nel mondo attuale, come sempre avviene, sono cambiate tantissime cose, che vale la pena prendere in considerazione, in funzione dell’importanza delle relazioni:

 

  • in questo momento storico, un momento in cui i beni fondamentali sono le informazioni e le relazioni, queste ultime sono più importanti che mai;
  • oggi siamo tutti connessi tra di noi attraverso molteplici canali, che ci consentono di entrare facilmente in contatto con sconosciuti dall’altra parte del globo o di ritrovare amici di vecchia data persi da tempo;
  • nonostante ciò, i nuclei familiari sono frammentati e parcellizzati e le persone, di conseguenza, si sentono sempre più sole davanti alle sfide della quotidianità;
  • inoltre, nel mondo attuale, siamo sempre più impegnati e sempre più “distratti” da un’infinità d’informazioni in costante arrivo da tutte le parti e, di conseguenza, abbiamo sempre meno tempo da dedicarci reciprocamente.

I benefici

L'importanza delle relazioni: i benefici

Le relazioni e i risultati

La considerazione più ovvia da fare è che le connessioni sociali hanno un evidente impatto sui nostri risultati.

Infatti, dalla quantità e dalla qualità delle nostre relazioni, dalla nostra capacità di tessere e alimentare legami, dipendono le opportunità che ci si presentano e la capacità di coglierle.

Non è un caso che ci sia chi, professionalmente, si occupa proprio di “pubbliche relazioni”.

Le relazioni, il benessere e la salute

Inoltre, dai legami con le persone dipende anche il nostro benessere personale, soddisfatto dal nostro profondo e naturale bisogno di connessione, ma non solo.

Ancora più importante, c’è ormai un’evidente relazione diretta tra la qualità delle nostre relazioni, il nostro stato di salute, e addirittura la nostra longevità.

Qualche dato

L'importanza delle relazioni i dati

Un articolo, pubblicato sul sito dell’Università del Minnesota, riporta numerose ricerche che attestano l’impatto delle connessioni umane sul nostro stato di salute.

Secondo il suddetto articolo:

  • una revisione di 148 studi ha rilevato che le persone con forti relazioni sociali hanno il 50% in meno di probabilità di morire prematuramente;
  • la ricerca “Blue Zones” di Dan Buettner calcola che impegnarsi con un compagno o una compagna, può aggiungere 3 anni all’aspettativa di vita. A tal proposito è interessante notare che i ricercatori Nicholas Christakis e James Fowler hanno scoperto che l’aspettativa di vita degli uomini beneficia del matrimonio più di quella delle donne (vedi il loro libro “Connected“);
  • secondo una ricerca dello psicologo Sheldon Cohen, gli studenti universitari che hanno riferito di avere relazioni significative, hanno manifestato la metà delle probabilità di prendere un comune raffreddore se esposti al virus;
  • uno studio AARP sugli gli anziani ha scoperto che la solitudine è un significativo fattore predittivo di cattiva salute;
  • un sondaggio internazionale Gallup del 2012 ha rilevato che le persone che sentono di avere amici e familiari su cui contare, sono generalmente più soddisfatte della propria salute personale rispetto alle persone che si sentono isolate;
  • un altro sondaggio, questa volta del National Bureau of Economic Research, su 5.000 persone ha rilevato che raddoppiare il proprio gruppo di amici ha lo stesso effetto sul benessere di un aumento del 50% del reddito.

Gli effetti dell’isolamento sociale

L'importanza delle relazioni: l'isolamento sociale

Jacqueline Olds e Richard Schwartz

Gli psichiatri Jacqueline Olds e Richard Schwartz, autori del libro “The Lonely American”, dopo decenni di ricerca, sostengono che l’isolamento è fatale, e che la mancanza di relazioni può causare molteplici problemi di salute fisica, emotiva e spirituale.

Nel loro libro “The Lonely American”, riportano ricerche all’avanguardia sulle conseguenze fisiologiche e cognitive dell’esclusione sociale e rivelano gli effetti a cascata prodotti della solitudine in aree diverse della vita.

Alcuni di questi effetti sono la diminuzione della:

  • salute fisica;
  • longevità;
  • felicità.

Altri effetti sono l’aumento di:

  • aggressività e abusi;
  • tassi di criminalità;
  • problemi emotivi dei bambini;
  • abuso di sostanze;
  • riscaldamento globale, perché quando le persone sono isolate tendono a usare più risorse.

In una conferenza, Richard Schwartz riporta una citazione da una recente conferenza internazionale sull’attaccamento e il legame. Citazione che dice:

«Le relazioni sociali positive sono seconde solo alla genetica nella previsione della salute e della longevità negli esseri umani»

L’Università del Minnesota

Per essere ancora più precisi, sempre secondo l’articolo pubblicato sul sito dell’Università del Minnesota e i dati in esso riportati, il basso supporto sociale è legato a una serie di specifiche conseguenze sulla salute, quali:

 

  • Depressione: la solitudine è stata a lungo comunemente associata alla depressione e ora la ricerca sta supportando questa correlazione: uno studio del 2012 su pazienti con cancro al seno ha scoperto che coloro che avevano connessioni sociali meno soddisfacenti sperimentavano livelli più elevati di depressione, dolore e affaticamento.
  • Diminuzione della funzione immunitaria: gli autori dello stesso studio hanno anche trovato una correlazione tra solitudine e disturbi del sistema immunitario, il che significa che la mancanza di connessioni sociali può aumentare le possibilità di ammalarsi.
  • Pressione sanguigna più alta: i ricercatori dell’Università di Chicago hanno studiato un gruppo di 229 adulti per cinque anni. Gli studiosi hanno scoperto che la solitudine causa un aumento della pressione sanguigna. L’aumento della pressione sanguigna causato dall’isolamento sociale tende a durare nel tempo, indicando che gli effetti dell’isolamento hanno conseguenze a lungo termine.

L’isolamento sociale oggi

L'importanza delle relazioni sociali
La cosa ancora più preoccupante è il fatto che Jacqueline Olds e Richard Schwartz abbiano dimostrato che l’alienazione sociale è l’inevitabile risultato, nella società contemporanea, della vita frenetica e del materialismo.

I due psichiatri riportano i risultati del censimento negli Stati Uniti relativi alla percentuale di famiglie composte da una sola persona:

  • il 7% nel 1940
  • il 25% nel 2000
  • il 40% nel 2000 in città come Cambridge, Manhattan o San Francisco

Jacqueline Olds e Richard Schwartz riportano con preoccupazione i dati emersi dal General Social Survey.

Il General Social Survey (GSS) conduce ricerche scientifiche sulla struttura e lo sviluppo della società americana con un programma di raccolta dati progettato per monitorare i cambiamenti sociali all’interno degli Stati Uniti e per confrontare gli Stati Uniti con altre nazioni.

Il programma è iniziato nel 1972, e contiene un “nucleo” standard di domande demografiche, comportamentali e attitudinali, oltre ad argomenti di particolare interesse.

Molte delle domande fondamentali sono rimaste invariate dal 1972 per facilitare gli studi sull’andamento nel tempo e la replica dei risultati precedenti.

Une delle domande, il cui scopo era proprio quello di verificare il livello di isolamento sociale, era:

«Di tanto in tanto, le persone discutono di questioni importanti con altre persone. Puoi dirmi negli ultimi sei mesi con chi hai discusso di questioni importanti?»

Nel 1985 il 10% delle persone rispose «Nessuno» e questo è già abbastanza sorprendente. La brutta notizia è che, quando riproposero la stessa identica domanda nel 2004, il 25% delle persone rispose «Nessuno».

Inoltre nel 1985 il numero medio di persone con le quali gli intervistati si confidavano era tre, ma nel 2004 erano solo due.

Questi dati dimostrano che l’epidemia di isolamento sociale sta solo peggiorando.

Le considerazioni di Jacqueline Olds

L'importanza delle relazioni sociali: Jacqueline Olds

Jacqueline Olds e Richard Schwartz hanno sviluppato un teoria a proposito dei motivi di questa epidemia. Si tratta di una teoria “a due facce” e cioè di una teoria che prende in considerazione un doppio ordine di motivi e che loro chiamano “The push – pull theory”.

Qui di seguito riporto le considerazioni che la stessa Olds fece a una conferenza a Cambridge (USA) a proposito di una delle due facce della loro teoria:

Un mondo frenetico

«Siamo spinti a ritirarci da un mondo frenetico e sovra-stimolante in cui la produttività e il bisogno di una rapida reattività ci rende tutti tesi, ansiosi e un po’ frenetici.

Non ci sentiamo mai abbastanza

Non sentiamo mai che stiamo facendo abbastanza.

Quindi questo ci induce a ritirarci, a desiderare di ritirarci, e ci sono molte cose, molti piccoli passi che possiamo fare per ritirarci.

E in effetti sembra che tutti gli altri lo stiano facendo, quindi qual è il problema?!

Tendiamo a ritirarci

Possiamo lavorare da casa, possiamo fare acquisti da casa, possiamo guardare i film da casa, possiamo smettere di rispondere al telefono perché tanto è solo un fastidio e di solito è un seccatore, e possiamo essere come quei giovani fantastici che lavorano sul loro laptop da casa, e non devono nemmeno indossare gli abiti da lavoro, se ne stanno seduti a casa tutto il giorno come se si stessero divertendo un mondo […]

Ci sentiamo “tagliati fuori”

Prima o poi, dopo che ci ritiriamo, iniziamo a sentirci un po’ soli e tagliati fuori […] ma quello di cui di solito non ci rendiamo conto è che diamo alle altre persone dei segnali che dicono che siamo solo un po’ troppo occupati per socializzare. C’è come un culto dell’“essere impegnati” […]

I vicini di casa

Un nostro buon amico l’altro giorno ha detto

«Quindici anni fa, quando avevi un vicino di casa che ti piaceva, facevi di tutto per andare a trovarlo. Oggi, quando hai un vicino che ti piace, fai del tuo meglio per non disturbarlo»

Una condizione cronica

Quindi la situazione di sentirsi “tagliati fuori” può diventare un condizione cronica e quando le persone si sentono “tagliate fuori” cercano di compensare le sensazioni negative mangiando troppo, bevendo troppo, oziando davanti alla televisione […]

Le famiglie nucleari

Potreste pensare che questo non sia un problema nelle famiglie nucleari, perché in una famiglia nucleare almeno ci si può tenere compagnia uno con l’altro. Ma poi si scopre che anche nella famiglia nucleare ci isoliamo più che mai.

I dati sulla socializzazione

E Robert Putnam nel suo libro “Bowling alone” ha dimostrato che socializziamo molto meno che in passato.

Le famiglie socializzano meno, un terzo in meno tra il 1974 e il 1998 e i single socializzano meno in una percentuale di circa il 40% nello stesso periodo di tempo. 

Quindi, risulta che le famiglie nucleari sono concentrate verso l’interno, i single si sentono esclusi.

Lo stile di vita delle famiglie moderne

Risulta che le famiglie nucleari sono concentrate verso l’interno, e poiché, al giorno d’oggi, il livello di attività nelle famiglia è così frenetico, con due genitori che lavorano fuori casa e bambini con troppi compiti e attività, anche a casa le persone ciondolano davanti alla TV nelle proprie stanze, solo per avere un po’ di pace e tranquillità l’uno dall’altro […]

Gli effetti a catena dell’isolamento sociale

Gli effetti a catena dell’isolamento sociale sono incredibilmente, ampiamente diffusi:

  • Le persone sono molto più inclini ad ammalarsi e persino a morire quando il loro sistema immunitario è depresso rispetto a quando sei socialmente isolato.
  • La salute civica e politica della nostra nazione soffre quando le persone non sono ben collegate con le loro comunità. 
  • Il riscaldamento globale e un uso indiscriminato delle risorse sono più probabili quando le persone cercano di vivere in modo indipendente piuttosto che in una situazione di reciproca dipendenza. 
  • Diventiamo più paranoici e timorosi quando non abbiamo altre persone con cui confidarci e con cui confrontarci.

I bambini

Se pensi a quanto raramente al giorno d’oggi vedi bambini che giocano in gruppo fuori casa, puoi renderti conto di quanta paranoia ci sia in giro.

Gli abusi

Le persone sono molto più inclini all’abuso di droghe e persino all’assunzione di farmaci prescritti e al consumo di alcolici, perché se ritieni di non poter contare sugli altri, almeno puoi contare sull’assunzione delle tue medicine o sul bere il tuo drink a orari regolari e puoi contare su di esso, puoi controllarlo.

Un mondo di persone sole

Quindi c’è molto di più di tutte queste cose da quando siamo diventati una nazione così isolata».

Possiamo scegliere

L'importanza delle relazioni: possiamo scegliere
Insomma, riassumendo, sembra che l’isolamento sociale sia un trend virale e che le conseguenze siano devastanti, ma, come si dice, quando conosci il nemico, allora lo puoi sconfiggere.

Collettivamente sarebbero auspicabili politiche sociali alternative, ma probabilmente questo è fuori dal nostro diretto controllo.

Nonostante, ciò, sicuramente ognuno di noi può fare qualcosa per sé stesso e per le persone vicine.

Visto che la consapevolezza è sempre un buon punto di partenza, personalmente ho scelto di cominciare ponendomi la domanda del General Social Survey:

«Di tanto in tanto, le persone discutono di questioni importanti con altre persone. Puoi dirmi negli ultimi sei mesi con chi hai discusso di questioni importanti?».

Dopodiché ho fatto qualche riflessione generale, ponendomi domande del tipo:

  • Chi vedo quotidianamente?
  • Con chi parlo quotidianamente?
  • Di cosa parlo con le persone con le quali mi relaziono? Come è composta la mia famiglia?
  • Che tipo di relazioni ho con i membri della mia famiglia?
  • Chi sono i miei amici?
  • Quanto spesso li sento e li frequento?
  • Quando ho un problema o una criticità con chi mi confronto?
  • Quando sono a casa, quanto tempo passo con i miei figli e quanto tempo ognuno di noi passa isolato davanti al computer nella propria stanza?

Le domande qui sopra riportate sono in un punto elenco solo per la leggibilità, ma sono solo esemplificative.

Tuttavia, la risposta a queste semplicissime domande è stata illuminante e mi ha fatto vedere cose che prima davo per scontate.

Per esempio, mi sono resa conto che quando siamo a casa i momenti di condivisione sono ridotti al minimo. Tendenzialmente a cena e nel dopo cena. Il fatto è che, una volta che lo sai, puoi porre facilmente rimedio, e perciò ho trovato il modo di implementare nella nostra quotidianità dei piccoli momenti di condivisione che hanno totalmente cambiato l’atmosfera.

Un altro aspetto da considerare è che, se le relazioni sono così importanti, allora vale la pensa impegnarsi per creare delle buone relazioni.

Quando hai chiaro il problema trovi sempre una soluzione!

A tal proposito ti suggerisco di leggere l’articolo che parla del primo indispensabile e semplicissimo presupposto per costruire una buona relazione e che si chiama, appunto: “I presupposti per una buona relazione”

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